L’opera era coperta da un dipinto di un allievo del Vecellio, che aveva rielaborato la tela, lasciata incompiuta dal maestro, trasformandola in “Tobia e l’Angelo”, in modo tale da essere venduta più facilmente. Verso metà del ’700 il quadro fu comprato dallo zar Nicola I dalla Collezione Barbarigo di Venezia. Più tardi fu acquistato dal conte Tyszkiewicz di San Pietroburgo, e in seguito da Renè Gimpel, noto collezionista francese. Quest’ultimo, allo scoppio della seconda guerra mondiale, prese parte al conflitto, schierandosi con la Resistenza, e spedì tutti i suoi dipinti a Londra, senza che nessuno ne conoscesse l’esatta ubicazione.