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Lo splendido quadro del pittore che dipinse i gatti più viziati del mondo


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a gatti
Carl Kahler (1855-1906) Gli amanti di mia moglie, olio su tela, 177,8 x 258,4 cm
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La storia di quella che è stato definita come “una delle più belle opere che rappresentano gatti, nel mondo” (Oakland Tribune, 4 febbraio 1930, p. 50), risale agli anni Novanta dell’Ottocento, quando il dipinto fu commissionato a un ottimo pittore di animali Carl Kahler, da una ricca signora, amante dei gatti, Kate Birdsall Johnson di San Francisco, che ne ospitava un’infinità, ma che, per il dipinto ufficiale, ne scelse 42, ai quali riservava un trattamento regale.
La signora Johnson ospitava ben 350 gatti nella sua residenza estiva, circondata da terreni per 3000 acri, a Buena Vista, in California. Lì, i suoi animali domestici erano curati da una truppa di garzoni, appositamente assunti per servire lo stuolo dei felini e soltanto in questa mansione continuamente occupati. Ogni gatto aveva un nome e veniva addestrato a muoversi in direzione di chi lo chiamava. Allegri pappagalli e cacatua avevano il compito di tenere allegra la combriccola.


Nel 1891, la signora Johnson, dopo aver visto alcune opere di Kahler, austriaco di nascita, pittore specialista in cavalli – aveva dipinto diverse corse equestri in Australia e Nuova Zelanda, dove aveva lavorato per sette anni – decise che quell’uomo avrebbe dovuto cantare i gatti come principi. Non sarebbero bastate le fotografie. La milionaria voleva qualcosa di celebrativo, ricco di emozioni e di colori. Mentre era a San Francisco, l’artista fu invitato a visitare la fattoria dei gatti della signora Johnson. Anche se Kahler non aveva mai dipinto un gatto, Kate Johnson lo assunse con un lucroso contratto triennale. L’artista lavorò per introiettare le forme dei simpatici felici e i toni serici dei loro manti: schizzi, bozzetti, osservazioni prolungate, ritratti dedicati ai singoli soggetti. E l’apoteosi giunse con il grande quadro che qui vediamo, che venne intitolato “Gli amanti di mia moglie”, denominazione che, evidentemente fu imposta, con molta ironia, dal marito della signora Johnson, che doveva essere estenuato dall’eccessiva passione collezionistica di Kate. Lei aveva davvero una mania per i felini e acquistava sia le rezze raffinate che i soggetti dal manto e dal comportamento particolare.
Il gatto seduto al centro della composizione era stato chiamato Sultano ed era il preferito. La signora Johnson l’aveva visto durante un viaggio a Parigi e l’aveva trovato irresistibile. Lo voleva ad ogni costo. Così pagò 3 mila dollari, una cifra che anche oggi è elevata ma che, a quei tempi, era stratosferica. La bestiola aveva attratto la sua fantasia, ma le era stato detto che la bestiola non era in vendita. La milionaria aveva chiesto quale fosse il suo valore.


Il proprietario aveva sparato una cifra altissima e lei l’aveva raddoppiata. Sultano era effettivamente un gatto molto bello. Grande ed elegante, era dotato di un mantello bruno marrone con tocchi di giallo. Il petto era bianco e faceva ardere di luce gli ampi occhi verdi. Il gatto alla sinistra di Sultano dovrebbe essere Sua Altezza, una superba bianca Angora con gli occhi blu. Sua Altezza appare in un altro dipinto di Kahler, seduta su un tavolo coperto con una tenda blu di seta, con ricami giapponesi. Insieme a Sultano e e Sua Altezza , quaranta altri felini completano questo straordinario ritratto di gruppo; le pose, le espressioni ele posture furono, come si diceva, acquisite in singoli disegni creati da Kahler nell’arco di tre anni. Non doveva esserci soltanto una somiglianza fisica; ma il pittore avrebbe dovuto cogliere anche il carattere di ogni singolo “amante” della signora Kate.
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Il quadro fu prestato in occasioni di esposizioni d’arte o fu trasportato a fiere di felini, riscuotendo un grande successo. In breve tempo furono ricavate 9.000 stampe che vennero vendute in pochissimo tempo. Nel 1949 il Cat Magazine definì l’opera come “il più grande dipinto del mondo dei gatti.”. Ma questa non è la fine della storia. Anche dopo la sua morte la signora Johnson continuò ad amare i suoi gatti; lasciò a loro 500.000 dollari di eredità per garantire cure perpetue e ogni comfort. Il quadro è stato recentemente venduto da Sothebys a 826mila dollari.