Press "Enter" to skip to content

Anna Nutini, il mondo dopo Schiele e la cognizione del dolore


Nutini Autoritratto n' 8
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANNA NUTINI è vincitrice della sezione pittura, over 25, del Premio Nocivelli
Nata a Milano nel 1973. Diplomata al Liceo e all’Accademia di Brera di Milano.
Vive e lavora a Milano.
Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Sotto il profilo della produzione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Se dovessi specificare il mio orientamento stilistico ed espressivo, dovrei tornare indietro e ripensare al fascino di un’insieme di opere tanto diverse come ‘La famiglia’ di Schiele,   ‘Scolabottiglie’ di Duchamp, ‘L’artista e sua madre’ di Gorky , tutta l’opera della Khalo, di Lucian Freud,  di Cézanne…sicuramente , in questo momento (un periodo che dura da circa dieci anni) sono proiettata sulla ricerca figurativa legata anche all’autoritratto e al percorso che ne consegue.  La mia ricerca è sicuramente legata al figurativo, alla figurazione.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
In maniera più intensa, ha inciso da sempre, la musica : tutta..Donizzetti, Piero Ciampi, Rossini, Verdi, Elvis, i canti popolari, la prima musica leggera degli anni Quaranti, i cori degli alpini, Paganini, Cocteau Twins, De Andrè, Laurie aAnderson, il Blues di B.B.King, di Bob Dylan..un elenco interminabile…la filosofia di Nietzsche, non quando si riferisce alla figura femminile, Lucas, i saggi di Montaigne…
la storia della pittura, tutta purchè traspiri ricerca, dedizione, pazienza e soprattutto follia che è poi la poesia che ricerco quando, voglio dare un senso a ciò che mi circonda.
Paura di volare di Erica Jong, alcune ricostruzioni biografiche di figure storiche  moderne elegate al passato o al mondo dell’arte,  le poesie di t. s. Eliot, i diari o le lettere degli artisti…perché quando apro i tubi-tubetti  di colore, mi assale una sensazione di fame, come se dovessi mangiare e tutto il rapporto con l’arte e la letteratura, si riassume in un qualcosa di molto simile al bisogno di nutrire parti più celate da aspetti semplicemente più naturali, forse solo più comuni.
Sicuramente il sociale, ahimè imprescindibile in questa società malata dalle scelte  superficiali della politica  degli ultimi 80 anni (non che quelli precedenti siano stati segnati da slanci di storica umanità…) attrae la mia sensibilità femminile. Ho seguito per anni Pannella e  Bonino, stimandoli sempre, molto. Oggi, con la delusione economica è molto difficile muovere delle considerazioni sul sociale, soprattutto in questi giorni…basti pensare alla tragedia di Lampedusa. ..ho un’idea di Dio, del Bene, indipendentemente dalla storia della Chiesa Cattolica, dai templi Bhuddisti, dalla Chiesa Ortodossa e Copta…la storia che li ha  resi protagonisti per secoli. Al contrario,mi riferisco a  idee  e valori che fanno parte dell’essere umano, forse un altro discorso impegnativo, di questi tempi.
Un’opera d’arte, che mi ha commosso è stata il “Ritratto dell’artista e di sua  madre” di Arshile Gorky, un’esecuzione durata più di dieci anni in doppia copia…nella quale, la ricerca cromatica e lo studio delle figure, diventano una componente strutturale volta all’estensione poetica, alla  pura poesia.Come la sinfonia della Forza del Destino di Verdi. Anche una tela della compagna di Pollock,  Lee Krasner, gigantesca e poetica allo stesso tempo mi aveva colpita molto…
In generale tutto l’Espressionismo Astratto Americano della Guggenheim mi ha sempre affascinato, tutto e tutti  gli undici artisti, soprattutto i più astratti ( Rothko) per il dato compositivo, la continua ricerca di un equilibrio-cromatico-improbabile,  non sulla tela; per aspetti diversi mi interessa anche la Transavanguardia dei primi Schifano e di Cucchi, per la forza espressiva della sintesi. L’impianto strutturale di Bacon è notevole, così come la ricerca di Lucian Freud, profonda come l’origine del mondo di Courbet…..
 Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata (la foto è in questa pagina) e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
Il mio percorso, legato a questi ultimi dieci anni, si affanna in una continua ricerca di equilibrio fra figura e spazio. Per questa ragione il mio interesse verso la storia della pittura è perfettamente diviso tra figurazione, pittura classica e astrattismo, arte moderna e contemporanea. Studio un ritratto di Tiziano o una tela gigante di Tintoretto con lo stesso interesse con cui guardo un Dorazio,  un De Maria, un De Stael o un’opera della Lessing, ricercando costantemente la figura e soprattutto un’idea di spazio, puramente poetico che allo stempo non trascenda dalla realtà, dalla visione quotidiana del corpo inserito in uno spazio qualunque che, si rivela semplicemente ad uno sguardo attento.
Questo ‘Autoritratto n’8’ nasce da una piccola serie di autoritratti, alcuni di dimensioni importanti, per un’esigenza di rappresentare il corpo e in qualche misura l’ironia femminile nello spazio che mi strugge, mi emoziona, mi lascia indifferente. Questa tela, è nata dopo la realizzazione di tre dittici, due ritratti, una natura morta ed un’autoritratto di quasi due metri. L’idea, con l’opera n’8, era quella di fondere gli esperimenti precedenti,  per capire se il lavoro soprattutto di questi ultimi due anni, è  proiettato verso la direzione giusta, alla ricerca di soluzioni nuove (…la direzione ‘sbagliata’ porta alla realizzazione di una  tela praticamente perfetta e alla fine della ricerca intrapresa…anche per questa ragione non sono mai completamente soddisfatta del mio lavoro e considero, anche con un certo timore,  l’ esercizio tecnico, fine a sé stesso, come un pericolosissimo aspetto negativo ). In pratica, nel caso di questo autoritratto, la ricerca riguardava  la risoluzione del dittico, del taglio orizzontale dell’opera  e  di come  integrare alla figura, un concetto di spazio anche astratto, ‘poetico’. Nello stesso tempo, ci tenevo a misurarmi con una dimensione (quella richiesta dal Premio Nocivelli era di cm 150×100) normale. La scelta della figura, dell’autoritratto, nasce in realtà anni fa..dalla noia di non sapere più chi copiare e di possedere già, senza il minimo sforzo, un soggetto così tanto familiare!Scherzo! La scelta sicuramente dell’autoritratto è voluta, poiché se letta nella maniera che mi riguarda profondamente, diventa  ironica. Questa volta, per via dell’inquadratura, l’autoritratto, ha assunto volutamente, un lato molto espressivo, quasi drammatico e certamente sono aspetti questi, esistenziali, con i quali inevitabilmente  si impara a dialogare.
Nonostante la sofferenza, sia in alcune occasioni, un assidua frequentatrice dell’essere umano, la pittura mi concede qualche volta di allontanarmi da ogni condizione soggettiva e di  affrontare la materia con il distacco necessario a rappresentare la figura in uno spazio, in una dimensione che voglio considerare tanto reale, quanto poetico.
.
Anna Nutini (è presente su ricerca con Google)
338.3365976
planuto@libero.it
Studio a Milano, su appuntamento
 
MOSTRE PERSONALI
1997 – Personale, Jamaica, via Solferino, Milano.
1998 – “Pomodori, silicone e altro”, Caffè Letterario via Solferino, Milano.
1999 – “Pittura” a cura di C. Cerritelli, Galleria I’Alternativa, Viadana (MN).
MOSTRE COLLETTIVE
1994 – Spazio Giovani, Cologno Monzese (MI)
1994 – “Giallo sull’Orient-Express”, Spazi estemporanei per l’arte, Trento
1994 – “Salon I”, Galleria Morone 6, Milano
1994 – “Sequenze d’arte contemporanea” a cura di D. Benati, Museo di Preistoria di Torre Ligny, Trapani
1995 – “Salon I”, Galleria Morone 6, Milano
1997 – “5th International Exhibition Milano- Tokyo”, Sokey Academy of Fine Arts, Tokyo
1997 – “Nuovi temperamenti dell’arte/Z” ciclo di mostre itineranti a cura di C. Cerritelli e P. Minoli, al Bar ]amaica, Milano
1998 – Villa Ferranti, Figino Serenza (CO)
1998 – Galleria Elefante, Bergamo
1998 – Galleria Morone 6, Milano
1998 – Galleria Officina, Trapani
1999 – “Pittura” a cura di C. Cerritelli, Galleria LAlrernariva, Viadana (MN)
1999 – “XXXIX Premio Suzzara”, Suzzara (MN)
2000 – “Nuovi temperamenti” a cura di C. Cerritelli, alla Galleria Morone 6, Milano e alla Galleria Aras, Ravensburg (Germania)
2000 – “Perquartro” a cura di V. Dehò, Galleria Del Monte Arte Contemporanea, Forio d’Ischia (Na).
2000 -“Incisioni” Fara Gera d’Adda.
2000- “21 Artisti del XXi Secolo”, Castello Aragonese, Otranto.
2001- “Incisioni 20×20” Galleria Venti Correnti, Milano.
2001- “Gravura”San Paolo do Brazil.
2006- “La Fenice et Des Artistes ”, Venezia.
2009- “Sentieri tra tradizione e modernità” Spazio Laboratorio Hajech, Milano.
2009- “Mostra itinerante, progetto Spazio Hajech”.
2010- “Concerto per Eva” Spazio Laboratorio Hajech, Milano.
2012- “8diBrera” Ex Paolo Pini, Milano.
2013 – Premio Nocivelli,1°Premio Sezione Pittura Over 25.