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Ascoltate in 2 minuti il celestiale concerto per bicchieri. La storia di una nobile tecnica


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Legato al virtuosismo e alla costante ricerca del nuovo, l’armonica a bicchieri (o glassarmonica) venne elaborata nel XVIIII secolo e utilizzata da nobili dilettanti – come la regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI – e da grandi musicisti, tra i quali Mozart. In precedenza fu certamente usata, con una semplice disposizione di bicchieri su una tavola, come curiosità sonora nella realizzazione di motivetti popolari. Sotto il profilo tecnico essa è uno strumento musicale idiofono a frizione, che viene composto da bicchieri da vino di diversa grandezza, riempiti d’acqua in quantità che consentano di ottenere vibrazione controllate che si allineano alle note musicali, prodotte dall’esecutore sfregando un dito inumidito sul bordo di ciascuno di essi. Ma al tempo stesso essa appare come un’installazione artistica per performance sonore.

La moderna glassarmonica venne messa a punto per la prima volta da Benjamin Franklin (Boston, 1706 – Filadelfia, 1790) nel 1761. Come ben sappiamo Franklin, oltre ad essere uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, svolse attività di giornalista, pubblicista, autore, tipografo, diplomatico, attivista, inventore, scienziato e politico. Inventò il parafulmine, le lenti bifocali, l’armonica a bicchieri – appunto – e un modello di stufa-caminetto noto nel mondo anglosassone come stufa Franklin.
Il poliedrico inventore dispose i bicchieri concentricamente lungo un asse orizzontale.
Il fine degli inventori di quell’epoca era quello di poter inserire lo strumento tra le dotazioni delle orchestre per l’esecuzioni di brani o note celestiali.

Qui sotto possiamo osservare l’evoluzione tecnologica proposta da Abresch de Karlsruhe nel 1805.

Questo strumento o la tradizionale disposizione di bicchieri sul tavolo – che accresceva l’a suggestione dello spettacolo, come vedremo nel filmato – spettacolo – vennero impiegati in seguito da Mozart, Beethoven, Johann Adolph Hasse, David August von Apell, Carl Philipp Emanuel Bach, Donizetti (nella scena della pazzia della Lucia di Lammermoor e nella cavatina di Elisabetta Par che dica ancora da Elisabetta al castello di Kenilworth), Richard Strauss.
Appassionato cultore di questo strumento fu Franz Anton Mesmer, il medico austriaco che fu famoso fra il XVIII ed il XIX secolo per le sue teorie sul “magnetismo animale” e le relative terapie da lui sperimentate.

https://www.youtube.com/watch?v=SqVNKPPeH1o