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Carlo Banali


Docente d’arte e pittore, il salodiano Carlo Banali cantò nelle sue tele gli scorci più suggestivi della riviera benacense. Fu anche decoratore assai apprezzato lavorando al fianco di Cesare Bertolotti


 
Petit maitre. L’espressione ben si adatta a Carlo Banali (Salò 1859-1944), “piccolo maestro” di pittura e amorevole docente, la cui figura ricorre in alcune pagine significative della storia artistica gardesana tra Otto e Novecento. Giovanissimo, Banali si fa apprezzare nelle vesti di restauratore e decoratore, ma per affinare le doti naturali frequenta pure i corsi della R. Scuola di Brera a Milano e dell’Accademia Albertina di Torino. E’ il 1888 quando rientra definitivamente a Salò, dove ottiene la cattedra della Scuola d’arte applicata. La sua vita è divisa tra la famiglia e la scuola. Atroce il dolore provocato dalla morte d’uno dei due figli, Dario, aviatore scomparso in un incidente di volo in Albania nel 1919. Nel 1936 la comunità salodiana gli si stringe attorno con affetto: tra i festeggianti lo scultore Angelo Zanelli, l’allievo ormai affermato Angelo Landi, “il pittore del Garda” Pier Focardi, l’insigne storico Pompeo Molmenti. Concordi nel riconoscergli la modestia, l’eccelsa bontà d’animo coniugata alla continua progressione artistica sorretta da ammirevole volontà. La sua pittura, che par risentire dell’esempio dell’amico Cesare Bertolotti, ha fonte d’ispirazione in ogni aspetto della riviera benacense, di cui ritrae con tocco postimpressionista palazzi e chiese, appartati angoli e scorci suggestivi, strade affollate, con una precisione compositiva in grado di attribuire loro valore documentario, testimonianza del modificarsi delle architetture e dei luoghi.
Non mancano tuttavia ricordi di viaggi a Venezia e Napoli, o di soggiorni toscani. In innumerevoli case del Garda sono conservati i suoi dipinti a tema “locale”. E’ una produzione illustrata più volte da chi scrive, in occasione della mostra postuma ordinata nella Galleria San Gaspare nel 1973 con il patrocinio dell’Ateneo di Salò, col ricordo pubblicato nei Commentari dell’Ateneo di Brescia e riprodotto nel catalogo della rassegna promossa nel 1981 dalla Piccola Galleria Ucai. Ad anni successivi risalgono altre iniziative relative alla figura di Carlo Banali ed al suo impegno creativo, che lo hanno confermato petit maitre animato da grande passione umana. Recente l’attenzione posta sull’attività nel campo della decorazione. Accanto a Bertolotti ha operato nella Villa Simonini, oggi Hotel Laurin, di Salò e nella Villa Zanardelli di Maderno. Ma ulteriori interventi sono documentati nella Villa Gioiosa di Salò, in casa Molmenti di Moniga, in casa De Stefani a Maderno, ed ancora in Villa Bertelli a Nozza di Vestone e nell’appartamento torinese del Duca di Genova. Un palpitante ritratto del figlio Dario ci permette di scoprire un Carlo Banali pure valente pastellista.