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Posts published in “Aneddoti sull’arte”

Napoleone ordinò a David di cancellare Giuseppina dal quadro

Nel 1810 David conclude il dipinto Distribuzione delle aquile nel Campo di Marte il 5 dicembre 1804. Quando l’artista inizia la sua opera, nel 1807, la Beauharnais appare a fianco di Napoleone, mentre assiste al giuramento di fedeltà della Guardia Nazionale. Poi, le cose cambiano. Nel 1809, per ragioni di Stato, l’imperatore sposa Maria Luisa d’Austria

L’ultimo pensiero di Picasso? Per l’amico Apollinaire

Una vita ricca di incontri quella di Pablo Picasso (1881-1973), incontri che spesso si sono trasformati in profonde amicizie in grado di lasciare il segno. Nei suoi ultimi istanti prima di morire, rivela Mary Ann Caws nel libro Pablo Picasso (Bollati Boringhieri), l’artista mormora il nome di Apollinaire, al quale è legatissimo. Decisamente più tormentato il rapporto con André Breton interrotto nel 1946 a causa della scelta di Pablo di aderire al Partito Comunista. Il pittore spagnolo resta invece vicino a Max Jacob: in varie occasioni gli farà dono di alcuni suoi disegni, affinché egli in condizioni economiche precarie, li possa vendere e trarre profitto

Heather Dewey-Hagborg, l' artista ricostruisce facce-sculture di sconosciuti da tracce di Dna. Ecco come. Il video

La newyorkese Heather Dewey-Hagborg raccoglie capelli, tracce di saliva, residui organici per strada e, utilizzando strumenti da laboratorio, crea una versione 3D del volto della persona a cui appartiene il campione. Il tutto in nome dell'arte e della scienza.

Galileo Galilei, critico d'arte. Perché stroncò Parmigianino, Bronzino e Annibale Carracci

Non amò quegli autori che misero in crisi l'equilibrio filosofico e formale del Rinascimento. Quindi fu avverso al Manierismo. Uno scienziato libero sì da ogni misticismo, ma anche sensibile ai preconcetti del purista e del classicista, di un esploratore piuttosto che un demiurgo nel campo dell’astronomia, ma – da un altro punto di vista – si staglia quello di uno spirito illuminato da un atteggiamento mentale nei confronti della pittura dominato da una curiosa mescolanza di intuizioni profetiche ed accademismo

Tu, ai tempi di Hitler: avresti comprato sottocosto da ebrei in fuga i quadri di Picasso? Il tesoro di Gurlitt

Un miliardo d'euro di valore. 1500 dipinti, tra i quali opere di Picasso, Chagalle, Matisse, Emil Nolde, Franz Marc, Otto Dix, Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Ernst Ludwig Kirchner e Max Liebermann furono trovati dietro ciarpame in un appartamento di Monaco di Baviera. Erano stati rastrellati da uno storico-gallerista tedesco presso gli ebrei. Un controllo doganale sul figlio ed ecco il primo passo verso il recupero del tesoro. Tutte le fasi della vicenda

Sapete com'erano il velo matrimoniale e l'abito da sposa ai tempi della Fornarina di Raffaello?

Il velo, inoltre, il diffusissimo “ panno alla romana”, oggetto anch’esso d’infinite dispute se osservato e interpretato nella sua coincidenza con altri particolari del dipinto, ci racconta dello stato di congiunta della donna ritratta. E’ di seta, come denunciano le sfumature giallastre, e solo le nobildonne lo portavano così confezionato (per le altre dame, ciò avveniva unicamente in occasioni speciali). L’abbondanza del tessuto, dalla sontuosa veste alla delicata biancheria, evidenzia invece la preziosità dell’abito. Le donne del tempo sottolineavano la loro distanza dalla plebe, o la straordinarietà dell’evento al quale partecipavano, anche attraverso la pulizia e il candore della propria biancheria

Perché il palazzo di Tiziano diventò la casa dei suicidi?

Una sorta di maledizione - malapasqua, malocchio - sembra incombere, avvolgendone e impregnandone gli spazi, sulla “domo posita in Biri Magno” là dove Venezia scivolava verso la Laguna guardando il profilo di Murano: ed era stata residenza sontuosa e officina laboriosa di Tiziano sino alla notte del 27 agosto 1576, quando la peste aveva portato via il Grande Vecchio confidandone il corpo alle frettolose esequie dirette al sepolcro designato nel tempio francescano dei Frari

Fauve, perché il nostro cervello è messo in crisi dagli errori percettivi delle “belve”?

Derain e compagni ambivano al riscatto del colore dalla forma. Mentre il colore ci attrae immediatamente perchè spiazza la consuetudine percettiva, la mente reagisce poi con un senso di disagio, che può essere superato dalla comprensione storica del fenomeno e apprezzato. Oggi la neuroestetica dimostra che il cervello non è in grado di percepire il dato cromatico prescindendo dal confronto tra superfici adiacenti