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Posts published in “News”

Vita piccante e grandi opere di Leonor Fini, pittrice surrealista

Quando Leonor aveva un anno, la madre lasciò il marito in Argentina e, prendendo con sè la bambina, si traferì nella propria casa d'origine, a Trieste. Per evitare che Leanor fosse fatta rapire, la mamma la vestì per diversi anni da maschio. Malinconica e sensibile, Leanor cercò compensazione nella pittura. A 17 anni era a Milano, come ritrattista. Successivamente si trasferì a Parigi - era il 1931-1932 - per poter contare sulla possibilità ddi vivere di pittura, sviluppando il proprio linguaggio in libertà, nella città che, a quei tempi, era la capitale mondiale dell'arte. Lì, conobbe, tra gli altri, Paul Eluard, Max Ernst , Georges Bataille, Henri Cartier-Bresson, Picasso, André Pieyre de Mandiargues, e Salvador Dalí. Viaggiò in Europa in auto con de Mandiargues e Cartier-Bresson. Nel corso di questo viaggio venne fotografata nuda in una piscina da parte di Cartier-Bresson -quell'immagine sarebbe stata venduta per 305.000 nel 2007

Pulzone, il divino ritrattista amato da Caravaggio. Le opere, le quotazioni internazionali

Nella galleria della marchesa di Caravaggio esistevano ritratti del maestro centro-italico che era considerato un big della pittura internazionale per l'eleganza con la quale realizzava volti e abiti. A Gaeta, per la prima volta, una mostra ne raccoglie i capolavori dimenticati. Nato tra il 1540 e il 1542, Scipione Pulzone è probabilmente avviato alla pittura dal padre; la sua prima formazione letteraria e artistica avviene a Gaeta, sua città natale, risentendo anche degli orientamenti della cultura artistica napoletana. Intorno al 1562 è a Roma e nel 1567 è registrato presso l’Accademia di San Luca.

Sai cos'è il Furoshiki? E perché è adatto a mostre d'arte contemporanea? L'esempio di Parigi

I giapponesi, in ambito artistico, stanno lavorando in modo particolarmente intenso, come del resto gli statunitensi, per rileggere il mondo dell'infanzia e dei giochi, proiettandolo nell'arte contemporanea. Colori accesi, revisioni di personaggi dei cartoni animati, ricostruzioni dilatate di camerette. Sindrome di Peter Pan? All'esterno del gran Palais di Tokio, a Parigi, è giunto un regalo gigantesco. All'interno una magnifica stanza. Tutto è tappezzato perfettamente da Furoshiki

Due bambini nel Grande Freddo. L'infanzia nordica nelle fotografie d'arte di Joakim Eskildsen. Il video

Un cielo plumbeo, costante. L'estremo freddo. La neve. Le case calde, il fuoco. Come vivono oggi, Hansel e Gretel, tra Finlandia, Germania e Danimarca? Joakim Eskildsen (Copenaghen 1971) ha documentato splendide scene di un maschietto e di una femminuccia, nella quotidianità. L'artista si è formato con la fotografa della Royal Court, Rigmor Mydtskov, ed ha studiato presso l'Università di Arte e Design di Helsinki, dove ha imparato l'arte del bookmaking con Jyrki Parantainen e Pentti Sammallahti. Collabora spesso a progetti con la scrittrice Cia Rinne e tra le sue pubblicazioni figurano Nordic Signs (1995), Bluetide (1997), iChickenMoon (1999), il portfolio al-Madina (in collaborazione con Kristoffer Albrecht e Pentti Sammallahti 2002) e il libro The Roma Journeys (Steidl 2007). Attualmente sta lavorando a tre progetti di libri fotografici e mostre, American Realities, Cuban Evolution e Home Works. Joakim vive e lavora a Berlino

Aline Charigot, moglie e musa di Renoir. Con lei scoprì il nudo e un’attrazione altissima. Il video

A differenza delle modelle professioniste, che venivano dal mondo di mezzo in cui si fondeva opportunismo, prostituzione o ricerca di un ricco da cui farsi mantenere, Aline aveva il candore evidente di chi cresce all'interno di un contesto di forte moralità. E ciò sembrava contrastare con le sue forme eccessive e con una carica erotica non conscia, ma ancora coperta dal candore di ragazzina. Renoir fu travolto da eros e sentimento e con lei scoprì la dimensione della pittura di nudo. In ogni opera in cui Aline appare senza veli si avverte, da parte del pittore, l'ammirazione assoluta e l'amore per quella donna, che restava pura come una adolescente pur essendo, eccessivamente donna. Non può sfuggirci, osservando i dipinti con quale affetto assoluto l'artista accarezzi le sue forme, le conduca all'interno di se stesso, trasformando l'oggetto del proprio amore in un'autentica dea

I treni di Monet. Neve e fumi. Perchè li dipinse? E che significato hanno nell'Impressionismo? Il video

Nel quadro in copertina avvertiamo, senza rendercene immediatamente conto, la verità sensoriale della scena. Sentiamo il freddo umido della neve e il calore odoroso di carbone della macchina, rabbrividiamo per la galaverna sugli alberi, ci consoliamo a fronte dei fari gialli del treno, che forano un paesaggio greve di foschia. Fari e fumo che entrano in contrasto, nel nostro orizzonte sensoriale, con l'acciaio freddo, incrostato di ghiaccio, disumano, della locomotiva e del convoglio.
Monet dipinse diverse volte i treni sia nell'atmosfera vagamente turneriana della stazione di Saint Lazare che all'aperto, cogliendo soprattutto vapori e fumi e introducendo il movimento nei paesaggi immoti.

L'identità dell'apostolo-donna in pittura. Dan Brown, il Codice da Vinci e l'equivoco della Maddalena

Maria di Magdala presente nell’Ultima Cena di Leonardo? In realtà, i lunghi capelli ed il volto efebico sono quelli di Giovanni. La conferma in un dipinto dell’artista bresciano del primo Cinquecento, opera nella quale il nome dell’apostolo è inequivocabilmente indicato

Gibert & George, inseparabili artisti e sposi gay. I ragazzacci con la cravatta e le vetrate pop. Il video

Oggi le loro opere sono giganteschi pannelli fotografici, dominati da una caleidoscopia simmetria speculare, dotati di cromatismi molto accesi e traslucidi. L'effetto è quello che potrebbe essere suscitato dalle vetrate di una cattedrale pop. Uniti, nell'opera e nella vita - non appena è stato possibile si sono sposati - appaiono sempre - o quasi - nelle loro opere con quello sguardo volutamente sorpreso dalla complessità del mondo contemporaneo, che essi stessi contribuiscono a costruire. Gli abiti che indossano sono sempre quelli di un'eleganza démodè che spiazza lo spettatore. Potrebbero essere - ormai - anziani docenti universitari, capi contabili in una grande azienda, seri borghesi inclinati all'indignazione