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Posts published in “News”

Gli occhiali nell’arte dal Medioevo al Seicento, passando per Caravaggio

Un gioco, uno scherzo, una successiva aggiunta? Gli occhiali che irrompono da un quadro antico ci lasciano stupiti poichè sembrano non appartenere, nella forma a noi conosciuta, a secoli già lontani. Eppure sin dall'inizio, passato il periodo gotico che li conformava al gusto per gli angoli acuti, si giunse agli occhiali rotondi, dotati, come vediamo soprattutto nel dipinto seicentesco di Murillo, di un buon design. Segno di distinzione o, successivamente, di attenzione scientifica, gli occhiali delinearono progressivamente la figura dello studioso, del medico e del chirurgo. Ma in precedenza essi apparvero sul volto di apostoli e profeti. Ad indicare saggezza, vecchiaia e approfondimento. La storia delle lenti riparte del Medioevo. Pare che già al tempo dei Romani, comunque, chi presentasse difetti visivi potesse ricorrere a vetri in grado di correggere la messa a fuoco

San Valentino nell’arte e nella storia. Un volto truce che celebra l’amore. Perchè?

Nell'iconografia nordica antica appare spesso collegato auna piccola figura sdraiata - un epilettico -e il suo volto è spesso deforme o scavato da profonde rughe, a causa della vecchiaia, poichè, secondo le fonti antiche, sarebbe stato ucciso all'età di 97 anni. La gravità del suo volto tendeva peraltro anche a sottolineare la gravitas della sua figura, che non poteva essere assimilata a a quella di una sorta di mezzano di faccende d'amore. Fu a partire dal Gotico francese e dal Cinquecento italiano che la sua immagine si ingentilì, assumendo i tratti di un giovane petrarchesco

Il Doganiere Rousseau: quel bambino di sessant’anni che si mise nei guai per le donne

Semplice, dominato da intense inclinazioni sentimentali, dotato dell’ingenuità di un bambino, il Doganiere Rousseau trasformò la propria tavolozza in un cuore sul quale scrivere i nomi delle donne amate...Henri entrò in una profonda fase depressiva. Qualcuno sostiene che in un clima di punizione masochistica si ferì ad una gamba. Comunque è certo il fatto che l’artista non si curò e la ferita andò in cancrena. Rousseau morì all’ospedale di Parigi all’età di sessantasei anni

Gauguin e la neve. L’abbandono dell’impressionismo, la scelta simbolista

Paul Gauguin dimostra la svolta che egli compie rispetto ai propri precedenti impressionisti. Le linee di chiusura, simili a quelle del disegno aumentano; quanto un'idea, in questo caso, fiabesca o favolosa. E' l'aura immateriale che l'artista cerca nel soggetto, evitando di dipingere da vero, ma realizzando le proprie opere in studio, senza l'ossessione dell'esattezza fotografica

Fai clic. La neve e il ghiaccio, i pattinatori, le trappole per uccelli. Cammina nel quadro di Bruegel. Lente magica

Al cospetto di un dipingo fiammingo, un paesaggio - intendiamo - si prova una sorta di desiderio infantile  di essere all'interno del dipinto. Di osservare, ad esempio, cosa stiano facendo le piccole figure. Di vederne i volti. O capire qual è la forma di decorazione di una chiesa o di un una casa. Eccovi accontentati, più sotto con la possibilità di entrare nell'opera, di percorrerlo e di ingrandirlo, fino ad arrivare alla craquelure della tavola. Il Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli è un dipinto a olio su tavola (38x56 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1566 e conservato nel Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles

Trova le differenze – Una veduta bresciana di Angelo Inganni (1878) e una foto dello stesso luogo oggi

Le due immagini - la prima: una foto di corso Garibaldi a Brescia, con la Fontana della Pallata e l'inizio di corso Goffredo Mameli ; e la seconda: “La Pallata sotto la neve”, suggestivo dipinto a olio di Angelo Inganni - sono, infatti, sono incredibilmente simili

Sant’Antonio abate. Perchè il Santo è rappresentato con il fuoco e con un maiale

Con il grasso dei suini si curavano le lesioni di un'ampia gamma di malattie della pelle, che prendevano estensivamente il nome di Fuoco di Sant'Antonio. Le carni di questi animali, allevati dagli Antoniani - monaci che si ispiravano alla regola del grande eremita - rinvigorivano i pazienti, con una dieta più ricca, che contribuiva a una guarigione più rapida

Baci, storia di un capolavoro anni Venti. Da un Hayez-pop ai messaggi subliminali

Non c'è immagine più sognante e trasognata, più intensa, più legata a un'attività onirica che porta l'amore a diventare denso e peccaminoso, di quella posta sulla scatola originale dei Baci Perugina. Un capolavoro di sentimento e di erotismo, sia a livello di confezione che nella forma proibita del cioccolatino. Per questo i Baci sono un capolavoro assoluto nell'ambito di un'arte inconsapevolmente pop, pre-pop. L'immagine che Federico Seneca (Fano, 1891 – Casnate, 1976), pittore, grafico, pubblicitario e direttore artistico della Perugina negli anni Venti, offrì al pubblico nacque dall'estrapolazione e dalla rielaborazione de Il bacio di Hayez, che venne ridipinto senza pareti, contro un cielo serale, placido, dominato da una pace effusa e da un silenzio profondo

La Signora degli Anelli di Ercolano. Cosa significano i due anelli? Chi era? Tante risposte nell’articolo

Gli indizi di vita e di morte della Signora degli anelli di Ercolano, una ricca signora quarantenne che morì per una nube incandescente, nel 79 d. C., durante l'eruzione del Vesuvio, mentre attendeva l'imbarco di fuga, non lontano dalla riva. Il calore era così alto che i liquidi del corpo bollirono e a qualcuno dei fuggiaschi esplose letteralmente il cranio a causa dell'ebollizione del cervello. La densità ossea della donna è in grado di raccontarci la dieta ricca che caratterizzava le sue giornate. E gli anelli testimoniano il suo stato civile

Pierre-Auguste Renoir, qui filmato autentico. Così dipingeva vincendo la malattia che gli torceva le mani

La violenta artrite deformante che colpì Pierre-Auguste Renoir (1841-1919). in tarda età non gli impedì l'esercizio artistico né la realizzazione grandi e importanti dipinti come Le bagnanti, ultimo canto monumentale alla donna, al nudo femminile, al corpo dell'altra metà del cielo dal quale egli coglieva l'inesausta forza della vita