Artista amatissimo anche dal grande pubblico, egli seppe recuperare segni d'archetipo dei primordi, unendoli al linguaggio infantile, realizzando opere esplosivamente gioiose. Qui le quotazioni del maestro
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Compì studi regolari frequentando, infine, il corso di architettura alla Scuola Tecnica di Vienna. Contemporaneamente ha iniziato e perfezionato la formazione pittorica. Frequentò gli ambienti artistici di Gustav Klimt e Egon Schiele, ma i soggetti principali dei suoi dipinti - dopo un periodo nel quale risentì dell'influenza dei due grandi artisti - erano le montagne che circondavano Kitzbuehel
“Non avrai altro Dio all’infuori di me. Non fabbricarti nessun idolo e non farti nessuna immagine di quello che è in cielo, sulla terra o nelle acque sotto la terra”. Il monito compare nella Bibbia, nel libro dell’Esodo (20, 4-6), ed è rivolto dall’Altissimo a Mosè sul Sinai. Così, già tra pietre e rovi di quel sacro monte, si incrociano le strade della religione e dell’arte
Egli, in precedenza, ha preparato, stemperandolo con abbondante essenza di trementina, un colore bruno - marrone scuro, più una piccola parte del nero - tenendo l'impasto piuttosto liquido, a livello di emulsione, per raggiungere, senza il rischio di colature, la fluidità del movimento, come se utillizzasse china. Il contorno è già in grado di esprimere il realismo didadascalico del maestro. Successivamente egli non inteviene con impasti di colori, riempiendo di colore la forma. Cambiando pennello, lo vediamo intento a tracciare altre linee cromatiche - dello stesso rosso - individuando nel soggetto da rappresentare qualcosa di topograficamente simile alle isoipse topografiche
Dopo la sua esperienza italiana, Schad prese a guardare, innanzitutto, a Raffaello. Tra le opere dell’Urbinate viste nella Penisola, profonda impressione aveva destato in lui la Fornarina...
Per Balla il Futurismo aveva tanta forza da ricostruire l’universo su fondamenta nuove. L’artista torinese credette a lungo nell’impossibile sogno. Poi, negli anni Trenta, la svolta imprevedibile, il ripudio dell’avanguardia e il ritorno all’assoluta verità della figura
Due mondi diversi, che si guardano.
L’uno, quello di Chagall, tutto declinato in senso lirico e sognante, l’altro, quello di Miró, più concreto e materiale, ma entrambi accomunati da un’identica, estrema libertà espressiva e dalla capacità di riversare nelle opere un’inconfondibile dimensione evocativa e onirica.
Il diario dal carcere di Egon Schiele, che nell’aprile del 1912 fu incarcerato. L’autoricostruzione di un “crimine”: l''ospitalità data ad una giovinetta appena conosciuta. L’arrivo del padre di lei seguito a breve distanza da una visita della polizia. La candida dichiarazione relativa a disegni erotici che la (in)Giustizia trasforma in osceni. Schiele investiga su se stesso per capire i motivi della sua carcerazione. Di quei giorni interminabili durante i quali si rende conto di come il suo arresto non sia un malinteso.
Angelo Landi fu chiamato dal Ministero della Guerra a documentare pittoricamente le azioni dei militari italiani. Il colore dei dipinti diveniva così elemento di trasformazione epica delle infamie del conflitto in un orizzonte di traslate verità ricche di eroi e di abnegazione