Il piccolo lustrascarpe, di pelle nera, appare nell'affresco realizzato in un periodo compreso tra il 1578 e il 1582, a Milano, nella Certosa di Garegnano, un paio d'anni circa prima dell'entrata in bottega da parte di Michelangelo Merisi. Nell'Adorazione dei Magi, oltre ai tre personaggi indicati dalla tradizione cristiana, Peterzano inserisce il Mago proveniente dalle Americhe. Dall'etica statunitense del capitalismo al neorelismo italiano: bambini di colore o scugnizzi che scelgono la via della legalità
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Possibile che sia del genio di Vinci o che al genio un oscuro artefice abbia avuto l’ardire di mostrare la povertà della sua opera e che il genio abbia tenuto, sicuramente per poco, l’opera in mano? Le parole hanno tutte semantica e significato ben preciso e va da sé che leggendo il vocabolario si possono apprendere le diversità che intercorrono tra compatibilità e identità e questo malgrado le indicazioni di Arma e Università che in questo caso sembrerebbero essere indirizzate ad avvalorare la tesi del presunto autoritratto
Roberto Manescalchi ci porta in un viaggio appassionante dedicato al celeberrimo dipinto: dal confronto tra l'opera del Louvre con quella londinese alla ricostruzione del progettato polittico, dai disegni alle repliche e alle copie che costituiscono un'enciclopedia di variazioni stilistiche attorno allo stesso modello che ebbe un impatto sconvolgente sulla pittura
Di lui si sa pochissimo, nonostante sia stato un autore dotato di una carica onirica intensa, così da essere apprezzato, secoli dopo, da Breton e dai surrealisti. Il mistero è moltiplicato dal fatto che, dopo la sua morte, nella bottega napoletana l'opera fu continuata dal pittore connazionale Didier Barra, sicchè si era pensato che monsù Desiderio fosse lui, come risulta da antichi inventari
Memmo di Filippuccio, suocero di Simone Martini, dipinse le delizie della vita nuziale in un affresco realizzato nella Camera del Podestà di San Gimignano. Due immagini, legate a sequenza, ci portano nell'intimità di una coppia del Trecento
La prima rappresentazione pittorica di una racchetta cordata è in questo ritratto del futuro Carlo IX all’età di due anni, risalente al 1552. L’opera sembra anticipare le propensioni del sovrano, che da adulto sarebbe diventato un incallito praticante di paume, l’odierno tennis. Nel 1572, quando gli fu comunicata la notizia dell’inizio della strage di san Bartolomeo, egli era appunto impegnato al Louvre nella sua attività preferita. Le cronache ci dicono che reagì urlando: “Sempre nuovi fastidi!” e scagliando lontano l’inseparabile racchetta
Gianni Clerici racconta ai lettori di Stile cinque secoli di contiguità fra il “re dei giochi” e le arti figurative. Dal mitologico Giacinto effigiato dall’allievo di Merisi con al fianco un’anacronistica racchetta: dolore, confessione, ricordo?
La storia di Susanna e i Vecchioni, narrata nel libro biblico di Daniele, si misura con il tema della calunnia e del premio che il Signore dà a chi persevera nel Bene, nonostante le accuse e i falsi giudizi lo mettano gravemente alla prova. La vicenda è pure esaltazione della purezza matrimoniale, della fedeltà e della castità e, al tempo stesso, intende sradicare maldicenza e calunnie, diffuse nelle società di ogni tempo. Susanna abitava in Babilonia ed era la bellissima e casta moglie del fortunato Ioakin. Era nel suo giardino e stava curando il proprio corpo quando due vecchi, giunti furtivamente nel parco...
Il recupero del libro Asclepius portò filosofi-maghi del Rinascimento a caricare le immagini dei quadri o dei monumenti di quel soffio divino che Ermete Trismegisto indicava come elemento in grado di dare vita e azione alle effigi degli dei. Una funzione dell’arte che prescindeva la decorazione e i contenuti estetici