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Posts published in “Pittura del Settecento”

L’occasione del giorno alle aste on line. Splendido alchimista-ciarlatano. Offerte ferme a 6 euro. Olio su rame. Primo ‘700

Un'opera che segnaliamo per la qualità, la rarità del soggetto e per il prezzo potenzialmente molto contenuto. Un tempo questi soggetti venivano collezionati, con intenti ironico-satirici - dai medici, dai fisici, dai farmacisti

Antonio Cifrondi, da Versailles a Brescia per dipingere mendicanti, poveri e furfanti

La sua pittura è l'esasperazione del barocco veloce, di decorazione. Aveva una tecnica rapida ma sicura. E' interessante ricordare l'episodio della scommessa vincente con i frati: mentre Cifrondi lavorava in una chiesa a Gandino, in Val Seriana, scommise con Padri del convento che, nel tempo impiegato da loro per recitare il vespro, egli avrebbe realizzato un quadro istoriato con molte figure

Francois Boucher – Louise O’Murphy, la ragazza bellissima amata da Luigi XV e Casanova

Aveva 15 anni, nel 1752 quando Marie-Louise O'Murphy (Rouen, 21 ottobre 1737 – Parigi, 11 dicembre 1814) posò nuda per il pittore Francois Boucher, in uno dei dipinti licenziosi del grande maestro rococò e, a partire dallo stesso anno, diventò (1752-1755) amante del re Luigi XV. Era figlia di una rivenditrice di abiti usati e prostituta, madre usa a concedere le proprie figlie al miglior offerente, ma con l'avvedutezza di conservarne la verginità per il miglior offerente, in futuro. E che Marie Louise fosse stata scelta dal sovrano per questo particolare ufficio, ossservando il quadro, o fosse notataa da un gentiluomo di camera del re Luigi XV, Dominique Guillaume Lebel o che entrambi i fatti si intrecciassero, come pare probabile, o sisovrapponessero, poca importa

Le monache lascive di Magnasco, racconto dei dolci vizi nel convento. Gola, lusso, musica, eros

Il Magnasco dedicò agli interni di nobili conventi alcuni quadri dominati da un’atmosfera raffinata e aperta al peccato. Tra ironia e denuncia libertina, suore come cortigiane bevono lussuriosamente cioccolata, badano al proprio corpo e incontrano suonatori (con allusioni erotiche insite nel concerto) nel parlatorio.

Nubi, nuvole e cielo nell’arte – Nei quadri indicano i cambiamenti della visione del mondo

Il tratto filosofico che domina l’ampio segmento d’ogni epoca incide in maniera vincolante nell’ambito della rappresentazione; e l’indicatore del cielo - come elemento scenografico maggiore, dotato del potere di irradiare luce e di permeare ogni angolo del dipinto - gioca un ruolo centrale nel delineare gli snodi del pensiero

Francesco Casanova, pittore: vita, immagini e quotazioni del fratello del seduttore. Artista di battaglie

Francesco era nato nel 1727, due anni dopo Giacomo. Era venuto alla luce a Londra, dove sua madre, la veneziana, Zanetta Farussi aveva debuttato come attrice, donna che Carlo Goldoni nelle sue Memorie avrebbe successivamente indicato come: "....una vedova bellissima e assai valente". La nascita in terra londinese e la leggerezza di costumi del Settecento, avevano permesso a Francesco di affermare di non essere un vero Casanova, ma di essere figlio di re Giorgio II. Suo padre, ufficialmente, era invece Gaetano Casanova, un attore e ballerino proveniente da Parma, con lontane origini spagnole, trasferitosi a Venezia per motivi di lavoro. Secondo la genealogia posta all'inizio delle Memorie di Giacomo Casanova, la famiglia paterna sarebbe stata originaria di Saragozza

Tutti i segreti tecnici di Canaletto e del nipote Bellotto

Canaletto iniziò con una fase tenebra, Ma i collezionisti lo apprezzarono proprio per il sole che farà trasparire dalle sue pitture, già dalla metà degli anni Venti. Dopo i primi due o tre anni caratterizzati dall’uso di un colore sottilissimo, la sua pittura si fa più impetuosa. Il cielo comincia ad essere azzurro, a coprire il bolo rosso. Si nota, anche a livello di dimensioni, una riduzione delle superfici pittoriche. La scelta di supporti ampi lascia il passo ad opere di dimensioni minori. Maurizio Bernardelli Curuz incontra Anna Bozena Kowalczyk,

Coppia di tacchini bresciani vola su Parigi. Le opere attribuite a Giorgio Duranti abate, pittore-mecenate

Il legame con la passione per la caccia da parte della nobiltà bresciana è evidente. Duranti unì l'osservazione scientifica degli animali - anche quelli da cortile - con la ricerca di un rapporto tra staticità e movimento. Molto spesso i volatili assumono una violenza estrema, su fondale tempestosi e corruschi, nella quale pare di leggere quella determinazione oscura, dalla quale trae forza travolgente lo stesso sentimento bellicoso dell'umanità. Abate, conte e cavaliere, Giorgio Duranti aveva studiato scienze e musica. Era conosciuto come eccellente suonatore di violoncello. Vendette buona parte delle proprie opere pittoriche per finanziare la realizzazione della chiesa parrocchiale di Palazzolo. Anche suo fratello Faustino (1606-1766) era pittore

Camera ottica, i segreti tecnici di Canaletto e Vanvitelli

Gaspar van Wittel portò in Italia dall’Olanda i princìpi del Vedutismo. I rilevamenti delle vedute avvenivano con l'antenata delle macchine fotografiche. Una scatola, una lente, un supporto per il foglio sul quale si proiettavano li immagini del paesaggio che venivano ricalcate dagli artisti. Non sarebbe stato altrimenti possibile realizzare opere con mille architetture complesse. Questo strumento era molto usato per le vedute urbane, molto meno per gli scorci naturali

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