Uno splendido marmo di Donato Barcaglia. Il Tempo raffigurato con la consueta lunga barba e la falce, con la quale abitualmente recide lo scorrere delle vite, sembra riuscire a svincolarsi dalla stretta, che la donna, preoccupata di non essere più nella giovinezza fulgente - come un fiore con qualche petalo sgualcito - cerca in ogni modo di interporsi al suo moto. Il corpo femmineo appare sbilanciato indietro dallo sforzo, il viso alterato visibilmente dalla fatica, i piedi quasi terrigni puntati al suolo
Posts published in “Scultura antica”
La lettura dell’opera deve procedere su un duplice piano interpretativo, da una parte il desiderio dello scultore di creare una figura riconducibile all’ambito dell’espressione classica, dall’altro la necessità di dotarla di tutti quegli accorgimenti simbolico-accidentali necessari a renderla innovativa. Coniugare due concezioni artistiche distanti cinque secoli quindi, un compito complesso per chiunque, ma non per Michelangelo
In epoca tardo-gotica circolarono crocifissi “animati”, cioè quelli dotati di altre parti del corpo mobili, come il collo, la lingua o gli occhi, espedienti di scenotecnica che spesso venivano impiegati in modo improprio da imbroglioni che fingevano falsi miracoli ed essudazioni misteriose. I principali committenti di queste sculture mobili furono, soprattutto a partire dal XV secolo, le confraternite, per esempio dei Disciplini che, appropriandosi del planctus, si servivano dei manufatti soprattutto per la teatralizzazione dei drammi della Settimana Santa.
Il sonno eterno, la dolcezza del volto composto, l'eleganza del monumento funebre che rinvia a quello dei regnanti francesi, in Saint Denis, conferiscono alla struttura marmorea lucchese una connotazione di dolce santità del quotidiano. Ecco perché questa giovane donna è oggetto di una venerazione che va al di là dei pur alti canoni estetici. E' il rapporto della giovinezza con la morte. E Ilaria, morta giovane si rivela cara agli dei, rapita da un ordine superiore che permette di cantare la bellezza della figura umana
La forza espressiva delle sculture e dei dipinti di Buonarroti si basa sull'interazione tra espansione muscolare, postura attorta e occhio penetrante, che chiama direttamente in causa l'osservatore, coinvolgendolo nella narrazione. Alle Cappelle Medicee di Firenze le fotografie di Aurelio Amendola raccontano il motore espressivo di Buonarroti, posto tra iride e pupilla
Estremo capolavoro e ultima creazione incompiuta del genio toscano, la Pietà Rondanini è un’opera drammaticamente singolare, dotata di un senso che trascende la bellezza in quanto espressione dell’amore umano: racchiude infatti in un unico blocco di marmo le figure del Cristo e della Vergine, quasi fuse in un solo abbraccio...
L'anno scorso cadevano i 400 anni dalla morte di Giovanni Caccini (1556-1613), allievo di Giambologna fra i più abili restauratori di scultura antica attivi nella Firenze della seconda metà del XVI secolo...
I modelli venivano avvolti dal gesso e chi posava correva il rischio di morire
Le tecniche utilizzate dagli intagliatori e dagli scultori per offrire alle sacre immagini lignee la mobilità necessaria a una rappresentazione realistica della Passione. Legni e perni: così intervenivano gli antichi artefici