Decine di esili figure organiche realizzate in ferro saldato, polvere di ferro, ossidazioni di rame, ruggine e oro zecchino, tutte diverse tra loro e con tratti peculiari, animano le navate della basilica e chiamano il pubblico a essere non solo spettatore ma parte integrante della mostra
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“TVBOY. La mostra” racconta - attraverso più di 70 tele - il percorso di TVBOY, che è a livello internazionale uno degli esponenti principali del movimento Street Art di matrice Neo Pop ed è uno degli artisti più riconoscibili della sua generazione.
L’opera, acquisita nel 2018 dal Museo Diocesano di Milano, grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, proviene dalla collezione Cavazzi della Somaglia, nella Villa Gernetto a Lesmo, ed è uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo.
Con il termine Grand Tour ci si riferisce al viaggio di istruzione e di formazione in Italia che, principalmente tra Sette e Ottocento, ha visto coinvolte non solo le élite europee, per cui aveva un valore iniziatico, ma anche uomini di chiesa, letterati, musicisti e artisti provenienti dall’Europa, dalla Russia, e poi dall’America, spinti da motivi professionali, per cui questa esperienza di viaggio diventava un’occasione di arricchimento e di svolta nella loro carriera
Un quadro di 3 metri per due. Straordinari effetti luministici, in particolare nelle scintillanti vesti nell’angelo, in damasco rosa e argenteo, intessuto di fili d’oro, nella resa dei bagliori che intridono la materia pittorica e nella libertà della composizione.
I graduali cinquecenteschi contengono canti e preziose illustrazioni. Furono realizzati nell'ambito della cultura milanese di Visconti e degli Sforza. Il codice veniva aperto, e via via sfogliato, su un alto leggio al centro del Coro, in modo che tutti monaci potessero, dai loro stalli, seguirne i testi e le annotazioni musicali
Il gruppo scultoreo ben riflette la sfaccettata formazione di Fausto Melotti, oltre ad essere emblema della fecondità creativa di un periodo particolarmente significativo per l'arte milanese e italiana, in cui la storia della Città si fonde con quella del Paese
In mostra, a Palazzo Reale di Milano, ottanta capolavori di questa complessa e affascinante corrente artistica. Le opere originalissime di Felice Casorati, come il Ritratto di Silvana Cenni del 1922, così come le prime invenzioni metafisiche di Giorgio de Chirico come L’autoritratto e L’ottobrata del 1924, ma anche le proposte di Carlo Carrà, con Le figlie di Loth del 1919, e Gino Severini con i suoi Giocatori di carte; tutti propongono un originale e tutto italiano “ritorno all'ordine”
Il personaggio venne messo a punto nel 1921 dal pittore e illustratore Leonetto Cappiello. A Milano - alla quale si può applicare il teorema newyorkese - conferenze e approfondimenti sullo stretto e vivificante rapporto tra arte e impresa
L'eloquenza degli oggetti, letti nei particolari, nacque da una sorta di atteggiamento metafisico nei confronti della quotidianità minimale. Fondazione Prada, seguendo un progetto critico-espositivo di Celant, ripercorre quegli anni