La creazione si rifà ad un personale codice poetico: rigoroso, lineare ed insieme assolutamente libero, gioiosamente inventivo. Permane in me, con forza, la lezione di Juan Miró, maestro e punto di riferimento imprescindibile. Anche in questo piatto prevale una visione luminosa, ilare, ludica direi, della vita e del mondo.
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Il veneto Mattia Bortoloni è noto soprattutto per essere l’artefice della smisurata decorazione della cupola del santuario piemontese di Vicoforte che, con i suoi cinquemilacinquecento metri quadrati di superficie dipinta, è considerato il più esteso affresco unitario di tutti i tempi
“Il mio lavoro” racconta il grande maestro italiano, torinese d'adozione “si svolge intorno ad un diaframma implicito all’immagine, imponendo una lettura circolare che sottrae alla visione il valore dell’evidenza” - “L’artista è un’instabile controfigura che si aggira nel vuoto, senza però rinunciare a descriverlo”
Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger, la mostra “Matisse e il suo tempo” si prefigge di mostrare le opere di Matisse attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori.
Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger, la mostra “Matisse e il suo tempo” si prefigge di mostrare le opere di Matisse attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori.
LA MOSTRA fino al 30 agosto 2015 al Palazzo Chiablese, Polo Reale
Figura carismatica della politica italiana dell'Ottocento, scrittore celebrato, intellettuale acuto, Masssimo Taparelli, marchese d'Azeglio, fu un artista di rilievo. Si distinse nella pittura di storia e nei paesaggi con figura. Una tecnica meticolosa, una stesura accurata, secondo le regole accademiche
Alla fine degli anni Sessanta, Giorgio Griffa (Torino, 29 marzo 1936) abbandona la figura per intraprendere una ricerca fondata sulla valenza del gesto e sulla capacità della materia di interagire con l’uomo. In seguito, nella sua opera si farà strada il bisogno
di aprirsi alla memoria millenaria dell’arte. L’intervista di Stile