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Da Hayez a De Chirico, a Domodossola capolavori dalla collezione Poscio


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ALESSANDRO POSCIO, COLLEZIONISTA APPASSIONATO.
DA HAYEZ A FORNARA, DA SCIPIONE A MESSINA
Domodossola (VB), Casa De Rodis (piazza Mercato 9)
8 giugno 2014 – 31 gennaio 2015
Orari:
sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (altri orari su prenotazione)
Ingresso libero
Informazioni:
tel. + 39 347 7140135 – info@collezioneposcio.it
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A Casa De Rodis – storica residenza nel cuore della città piemontese recentemente restaurata -, Domodossola, dall’8 giugno 2014 al 31 gennaio 2015, l’esposizione “Alessandro Poscio, collezionista appassionato. Da Hayez a Fornara, da Scipione a Messina”  presenterà, in momenti successivi, i tesori della Collezione Poscio.

Giorgio de CHIRICO, Cavallino bianco, anni ’50, Olio su cartone telato, 19,8x29,5 cm
Giorgio de CHIRICO, Cavallino bianco, anni ’50, Olio su cartone telato, 19,8×29,5 cm


Domodossola si riappropria di Casa De Rodis, un patrimonio storico-architettonico di grande importanza, che diventa nuovo spazio espositivo.
La residenza di origine medievale, che sorge nel cuore della città piemontese, rinata dopo un lungo e attento restauro, è ora pronta ad accogliere una serie di iniziative che ripercorreranno il gusto collezionistico di Alessandro e Paola Poscio.
Il primo appuntamento è in programma dall’8 giugno 2014 al 31 gennaio 2015, con la mostra Alessandro Poscio, collezionista appassionato. Da Hayez a Fornara, da Scipione a Messina, curata da Michele Bonuomo, col patrocinio del Comune di Domodossola, che presenterà un nucleo di 110 opere di maestri quali, John Constable, Franceso Hayez, Giovanni Fattori, Giovanni Segantini, Giuseppe De Nittis, Ottone Rosai, tutte provenienti dalla raccolta dei coniugi domesi.

La Collezione Poscio nata dalla passione per l’arte di Alessandro, imprenditore edile, e della moglie Paola, si è sviluppata lungo un percorso di oltre mezzo secolo. Grande merito per la sua formazione sono state le frequentazioni con gli artisti, primo fra tutti Carlo Fornara e le lunghe domeniche passate nel suo atelier. Ma ogni opera racconta la storia racchiusa dentro l’emozione degli incontri, degli improvvisi innamoramenti e delle impreviste rivelazioni, che li hanno condotti a collezionare dipinti e sculture che coprivano un ampio arco cronologico, ma che ha trovato un porto sicuro nella pittura di paesaggio e di genere, prodotta tra la metà dell’Ottocento, e gli inizi del Novecento.

 Francesco HAYEZ , Orante, 1869, Olio su tela, 61,5x55,3 cm

Francesco HAYEZ , Orante, 1869, Olio su tela, 61,5×55,3 cm

Il primo episodio espositivo si prefigge proprio di esplorare questo ambito e si apre idealmente con l’autoritratto di Carlo Fornara (1871-1968) e con uno dei suoi capolavori più conosciuti, “Chiara pace”, dipinto nel1903, quando l’artista si rifugiò in alta montagna condividendo la rude vita dei pastori. E uno di essi è il protagonista della scena: sembra riposare all’ombra di un albero, ma la sua presenza conferisce all’assolato, luminoso paesaggio montano una dimensione di “chiara pace”.

Del pittore divisionista verranno proposte altre tele, come Temporale, Paesaggio, Ricordanze, attorno alle quali ruoterà le sezione dedicata a quegli autori formatisi alla Scuola di Belle Arti della valle Vigezzo, quali Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Lorenzo Peretti Junior, Gian Maria Rastellini.

Giuseppe DE NITTIS, Valletta appenninica, Olio su cartone telato, 22x25,5 cm
Giuseppe DE NITTIS, Valletta appenninica, Olio su cartone telato, 22×25,5 cm

Il percorso espositivo spazia poi dalla pittura di paesaggio, come l’intenso tramonto sulla Senna di John Constable, le tormentate vedute romantiche di Antonio Fontanesi, o quelle di Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Pompeo Mariani, Daniele Ranzoni e Telemaco Signorini, alla straordinaria stagione ritrattistica, qui rappresentata dallo scugnizzo di Antonio Mancini, dalla popolana veneta di Giacomo Favretto e dalla pia donna orante di Francesco Hayez.
Non manca una ricognizione sull’arte del Novecento con la coppia di fidanzatini abbracciati di Ottone Rosai, che percorrono scenari di ispirazione classica in una sospensione quasi metafisica, o con l’olimpica retorica del Cavallino bianco di Giorgio de Chirico.

Carlo FORNARA, Autoritratto, 1961, Olio su tela, 50x40 cm
Carlo FORNARA, Autoritratto, 1961, Olio su tela, 50×40 cm

Due sezioni verranno poi riservate ad altrettanti capitoli della collezione Poscio; da un lato, la scultura, dove s’incontreranno, tra le altre, le ballerine nelle interpretazioni di Francesco Messina e Paolo Trubetzkoy, i vigorosi bronzi di Leonardo Bistolfi, una sognante testa di ragazza di Silvestro Lega, fino alla classicità plastica di Wolfang Alexander Kosuth.
Dall’altro, verrà presentata una selezione dell’imponente corpus della collezione dedicata al disegno, con opere, tra gli altri di Jacques-Louis David, Mosè Bianchi, Filippo De Pisis, Scipione, Domenico Induno.

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