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Emanuele Bernardelli Curuz, le bellezze d’Italia da condividere (1)



© Emanuele Bernardelli Curuz
© Emanuele Bernardelli Curuz

L’esperienza svolta accanto ai fotografi paesaggisti irlandesi, ha lasciato una traccia nell’opera fotografica di Emanuele Bernardelli Curuz, che qui si misura con grande efficacia, con uno dei borghi più belli d’Italia, cogliendo con acutezza i punti di integrazione tra paesaggio naturale, paesaggio antropizzato, acque di diverso colore e varianti cromatiche di notevole interesse. Ne esce un canto non retorico a uno degli angoli più suggestivi di Italia.

© Emanuele Bernardelli Curuz
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Le immagini si riferiscono a Borghetto, uno splendido nucleo di abitazioni-mulini che si affacciano sul fiume, nei pressi di un ampio ponte che congiunge le due rive opposte dell’amissario del lago di Garda. Situato in provincia di Mantova, tra le splendide colline moreniche, che creano un paesaggio mosso da saliscendi, tra boschetti intricati e corsi d’acqua, Borghetto fu evidentemente un punto di guado che risale ai tempi priestorici, ma ciò che si conosce è la storia relativamente più recente. I longobardi, forse utilizzando preesistenti strutture romane, intervennero sul ponte e sugli edifici circostanti, che avevano una funzione di difesa e al tempo stesso potevano costituire un’area di servizio per i viaggiatori. Per transitare su un ponte, di pagava un pedaggio. Nell’epoca della Signoria dei veronesi Della Scala e, successivamente dei Visconti, si apprestò un ponte collegato da mura al sistema difensivo di vValeggio sul Mincio, che sorge sulla collina sovrastante il fiume, e presumibilmente furono effettuati i lavori per la parziale modifica del corso d’acqua, con la realizzazione di case-mulino nelle quali potessero essere macinate le granaglie. La potenza dell’acqua è mantenuta costante da un innalzamento del fondale, a monte delle strutture stesse. Il disegno urbanistico, splendido, fa pensare alle opere idrauliche appuntate da Leonardo da Vinci sui suoi codici. E se anche la mano di Leonardo non esiste in questo borgo, lo stile è molto vicino al suo e appartiene alla stessa cultura del territorio. Nei pressi dei mulini, ma sul terreno della riva del fiume, sorge la chiesa parrocchiale dedicata a san Marco Evangelista, edificio è affiancato dal campanile di epoca scaligera che contiene una campana risalente all’anno 1381 (una delle più antiche del veronese). Notevole il concerto di Campane alla veronese della chiesa, composto da 6 pezzi in Sib3

© Emanuele Bernardelli Curuz
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Sotto il profilo della grande storia, Borghetto fu, nel Seicento attraversato dall’esercito francese, nel corso della guerra di Successione spagnola e il 30 maggio 1796, durante la Campagna d’Italia, Napoleone, che aveva conquistato la Lombardia si spinse fino al Mincio, verso il territorio veronese e mosse attacco, proprio a Borghetto, dove erano assestati sette battaglioni e quindici squadroni. Poichè punto di passaggio fortificato del fiume, questo luogo suggestivo fu teatro di scontri nel corso della prima guerra di Indipendenza, il 9 aprile 1848 quando la terza divisione piemontese, guidata da Broglia, giunse da ovest. Gli austriaci per evitare attacchi sul manufatto, guastarono il ponte, rendendolo impercorribile. Il 29 giugno 1859 fece qui sosta il terzo Corpo d’armata francese – gli eserciti erano stati impegnati nella battaglia di San Martino e Solferino, a poca distanza – e, durante la terza guerra di Indipendenza, il 23 giugno 1866, qui si accampo’ la divisione italiana Sirtori.

© Emanuele Bernardelli Curuz
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Una curiosità filmica

Nelle vicinanze del ponte di Borghetto, il regista Luchino Visconti realizzò alcune scene del film Senso (1954)