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Filmato autentico. Matisse ritrae dal vero. Ma perchè aveva bisogno di modelle?




Henri-Matisse-1939
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E’ reale – e osservando la sua pittura estremamente sintetica sembrerebbe un aspetto leggendario della sua attività – la necessità che Matisse aveva di lavorare con modelle e modelli, per la propria attività pittorica. Anzi. Possiamo dire che egli era più assillante e noioso, nei tempi di posa e nello scrupolo che egli poneva a “guardare dal vero”, di un autentico ritrattista. Eppure se osserviamo le immagini che egli ricava dai soggetti notiamo una semplificazione estrema all’interno della quale il principio di individualità del modello stesso si perde nell’universalità. Però Matisse non poteva rinunciare a questo contatto.Il contatto con la realtà, vivida, non immaginaria. Molto spesso una sua modella si lamentava perchè il “professore” proseguiva per ore ed ore, dimenticando che magari era domenica pomeriggio e lei aveva preso appuntamento per una passeggiata sul lungomare. AL di là di qualsiasi possibile malizia, Matisse lavorava e lavorava. Disegnava e disegnava, per ore e ore. Con quel risultato che alle modelle stesse pareva “molto moderno”, ma di difficile comprensione.
E’ leggendo con molta attenzione lettere, pensieri e opere del maestro francese che si giunge con chiarezza alla comprensione di questa necessità e di questo comportamento. Per quanto sia silenzioso e rispettoso,il rapporto che un pittore instaura con le proprie modelle è generalmente molto intenso. Era questa intensità – che Matisse, freddissimo, non lasciava intendere – a costituire la vibrazione necessaria per trasdondere alle opere di arte decorativa la massima potenza vitale. Egli aveva il fine di creare un’arte di sollievo, terapeutica, che riconferisse energia vitale all’uomo moderno, così lontano dagli universali delle origini. Deve esse poi sottolineato il fatto che a molte sue figure, il maestro faceva assumere posizioni potenziate, con i contrapposti muscolari degli arti che aveva desunto dalla scultura di Michelangelo. Queste posizioni – torace flesso, un braccio in tensione, una gamba in tensione, gli altri due arti lasciati senza forza – gli imponevano di seguire le sinuoisoidali linee portanti dell’intera composizione, come è ben visibile in numerose e opere e, soprattutto, nella Danza, in cui, con poche linee è in grado di conferire un grande, leggiadro movimento alle figure.
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https://www.youtube.com/watch?v=-8_ziRF2XxE