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Grande successo di pubblico per le Grazie di Canova


Il 22 giugno 2014 si è chiusa la mostra, nel Museo di Possagno (Tv), “Le Grazie di Canova” che è stata vista da trentacinquemila visitatori, un successo di pubblico e di critica oltre ogni più rosea aspettativa.
L’esposizione ha consentito di vedere in una sola sede museale circa quaranta opere d’arte di Canova sul tema delle Grazie, dai due gessi (che furono la matrice delle due versioni in marmo, quelle di Londra e di San Pietroburgo), ai preziosi bozzetti in terracotta, dai dipinti ad olio alle tempere, dalle incisioni alle medaglie ai monocromi ai disegni…

“E’ doveroso, ha dichiarato Renato Manera Vicepresidente del Museo Canova di Possagno, nel momento della conclusione di un evento così importante, ringraziare gli Enti, i Privati e le Istituzioni culturali che con ogni mezzo hanno sostenuto e collaborato alla bella riuscita della Mostra”.
Negli ultimi giorni i visitatori sono andati crescendo considerevolmente: 320 giovedì 19, 488 venerdì 20, 725 sabato 21 giugno e domenica 22, ultimo giorno della mostra, i visitatori sono stati qualcuno più di mille. Anche per questo il Museo Canova è rimasto  aperto un’ora in più del solito sia sanato 21 sia domencia 22 giugno.

Chi sono le Grazie

Nella scultura Le Grazie di Canova, le tre figure femminili sono le figlie di Giove, Aglaia, Eufrosine e Talia. Le tre fanciulle in genere si accompagnano a Venere e simboleggiano lo splendore (Aglaia), la gioia dell’intelligenza (Eufrosine) e la prosperità o l’abbondanza (Talia).
Le tre Grazie sono cinte da un velo, rafforzando il senso di unione dettato dall’abbraccio della figura centrale.  Canova le raffigura mentre si abbracciano dolcemente accanto a una colonna, una sorta di altare, su cui è posta una ghirlanda: in realtà la colonna funge da base d’appoggio per motivi di staticità.
Come nelle altre opere di Canova, la sinuosità delle forme femminili (qui ispirata dalla figura mitologica delle Grazie), la delicatezza e la morbidezza nonché la ricercata levigatezza del marmo determinano un gioco di luci ed ombre che riporta alla formazione artistica veneziana dello scultore