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I messaggi cifrati nel quadro dell'Apparizione della Madonna della Stella del Romanino




Gerolamo Romani, detto Romanino, Madonna in trono con bambino o Madonna della Stella, 1536-1538, Santuario della Madonna della Stella. In questa opera Romanino accoglie la lezione di Savoldo che aveva rappresentato sul manto delle Maddalene il bagliore del Cristo Risorto. Qui il panneggio è reso fulgido dalla luce del corpo celeste apparso in cielo al pastore
Gerolamo Romani, detto Romanino, Madonna in trono con bambino o Madonna della Stella, 1536-1538, Santuario della Madonna della Stella. In questa opera Romanino accoglie la lezione di Savoldo che aveva rappresentato sul manto delle Maddalene il bagliore del Cristo Risorto. Qui il panneggio è reso fulgido dalla luce del corpo celeste apparso in cielo al pastore

 I lavori procedettero con un’inaudita rapidità: in poche settimane dall’apparizione miracolosa di Maria erano già a buon punto le pratiche ecclesiali per la realizzazione del santuario e al Romanino era stata commissionata la pala dell’altare. Maria era apparsa il 31 maggio 1536 nel territorio bresciano, sulla sommità di una collina, tra i comuni brsciani di Cellatica, Gussago e Concesio, al pastore Antonio de Antoni, di Gardone Valtrompia, che pasceva il gregge di Bonomo Bonomi. Il pastore pregava, mentre conduceva le pecore, tenendo tra le dita la corona di un rosari. Improvvisamente vide davanti a sé un grande stella luminosa, che era più radiosa del sole e, al centro di essa, la Madonna che reggeva il bambino in braccio. Maria invitò il pastore a portare la testimonianza alle gente del luogo, affinché costruisse un santuario, in quel punto, e per questo e per immensa generosità diede la parola al sordomuto.  Ciò che accadde alle prima persone accorse in cima al colle fu di osservare che sassi e pietre del terreno incolto erano sistemate in modo prodigiosamente ordinato, così da identificare la futura linea perimetrale del santuario, mentre al centro, del disegno ottenuto con le pietre. cresceva un giglio candido.
Risulta particolarmente interessante il fervore di opere che seguì al’apparizione e il soggetto della Madonna, commissionato al pittore bresciano Romanino, che abitava a poche miglia dal luogo della manifestazione di Maria. L’opera, realizzata mentre il santuario cresceva,  non mostra il veggente, ma l’apparizione che dà già corpo all’edificio. Il soggetto scelto per il quadro è una Maris Stella, collegata qui alla Madonna del Latte o Madonna della Carità, poichè l’allattamento è generalmente connesso, nella simbologia, ad un atto caritativo.
Ciò che risulta estremamente interessante è la presenza di una colonna spezzata, alla nostra destra; essa non costituisce tanto a una citazione antiquaria, quanto il preciso simbolo della fortezza, cioè la determinazione nel portare avanti le azioni pure nella difficoltà, a fin di bene. L’unione della Carità (virtù teologale, rappresentata in molti casi dall’allattamento) alla Fortezza (virtù cardinale, raffigurata da una o più colonne spezzate) è presente in altri dipinti volti a connotare forza morale e atteggiamento caritativo, come avviene ne “La tempesta” del Giorgione.

La virtù della Fortezza rappresentata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni
La virtù della Fortezza rappresentata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni

 
Nella tempesta di Giorgione appaiono simboli collegati alla Carità (alla nostra destra) e alla Fortezza (sinistra)
Nella tempesta di Giorgione appaiono simboli collegati alla Carità (alla nostra destra) e alla Fortezza (sinistra)

 
 Matthias Meyvogel, Caritas romana. secolo XVII
Matthias Meyvogel, Caritas romana. secolo XVII

Gerolamo Romani, detto Romanino, Madonna in trono con bambino o Madonna della Stella, 1536-1538, Santuario della Madonna della Stella.
Gerolamo Romani, detto Romanino, Madonna in trono con bambino o Madonna della Stella, 1536-1538, Santuario della Madonna della Stella.



Romanino, in questo suo canto alla forza che genera la carità, dipinge anche le pietre sulle quali Maria era apparsa,poi sostituita dal giglio, e una piccola Stella dalla luce molto intensa sul capo; attorno alla Madre divina egli realizza due angeli che sostengono un  drappo verde a immaginare rapidamente il trono di una Maestà, mentre alla nostra destra osserviamo un lavoro di muratura molto simile a quello del santuario stesso. La Madonna regge nella mano un libro rosso, segnato da un foglio che scivola all’esterno; esso potrebbe riferirsi alla Bibbia,  al Libro del Re nel quale si narra dell’azione fecondatrice di una nuvoletta proveniente dal mare, in direzione del monte Carmelo – e ciò instaurerebbe un collegamento tra il monte biblico e il colle dell’apparizione. anche per la prresenza di una nuvola, all’esterno – della Stella Maris o il Breviario Romano nel quale è presente la preghiera Ave Maris Stella
Stella Maris è uno dei nomi di α Ursae Minoris (o Polaris) perché è stata utilizzata per la navigazione astronomica in mare fin dall’antichità.
Il nome venne applicato alla Vergine Maria nella traduzione latina che san Girolamo fece dell’Onomasticon di Eusebio di Cesarea,che se questo è in realtà un termine improprio in base a un errore di trascrizione. Il nome ebraico Miryam, che significa “goccia del mare” è stato tradotto da san Girolamo in “Stilla Maris” ma in una fase successiva un copista lo ha trascritto come “Stella Maris” e questo errore di trascrizione è divenuto di uso comune.
La forza di Maria, narra Romanino, si manifesta attraverso la carità e il suo essere feconda portatrice di bene per le comunità che la adorano e la pregano, osservandala come una stella fissa nel firmamento, in grado di segnare profondamente la via del credente, in direzione di Cristo e di Dio. (mauriziobernardellicuruz)