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"Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi". La mostra al Museo d’Arte della città di Ravenna



[box type=”note” ]IL BEL PAESE 
Museo d’Arte della città di Ravenna
22 febbraio – 14 giugno 2015


Orari:
fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19,
dal 1 aprile: martedì – giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19,
aperture festive: Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno
Ingresso:
intero: 9 euro
ridotto: 7 euro
studenti Accademia e Università, insegnanti: 4 euro
Info:
www.mar.ra.it[/box]
[googlemap src=”https://maps.google.it/maps?q=Museo+d%E2%80%99Arte+della+citt%C3%A0+di+Ravenna&ie=UTF8&ll=44.416218,12.206583&spn=0.007817,0.014484&fb=1&gl=it&cid=5460550817820312213&t=m&z=16&iwloc=A” width=”200″ height=”300″ align=”alignright” ]Il Museo d’Arte della Città di Ravenna si presenta all’ormai tradizionale appuntamento espositivo di fine inverno-primavera, con una mostra in programma dal 22 Febbraio al 14 Giugno 2015, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, finalizzata a documentare il nostro Paese e le sue bellezze, in quel tratto di tempo, davvero cruciale, che va dall’epopea risorgimentale alla Grande Guerra 
Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi, come recita il titolo dell’esposizione, intende restituire, infatti, attraverso diverse sezioni tematiche, la rappresentazione del ‘paesaggio’ italiano inteso in tutti i suoi aspetti, offrendo anche un palinsesto della società e della cultura dalle premesse dell’ Unità alla partecipazione al primo conflitto mondiale, di cui cade il centenario proprio nel 2015.
Il tessuto straordinario della realtà geografica e storica italiana, fatto di intrecci e sedimentazioni di testimonianze culturali dove anche la natura è espressione dell’antropizzazione rimane sostanzialmente inalterato fino all’avvio della modernizzazione del Paese con il passaggio da un’economia rurale all’industrializzazione e ai suoi nuovi processi produttivi.

Ippolito Caffi, La girandola a Castel Sant’Angelo, olio su tela, cm 49,5x60, collezione privata
Ippolito Caffi, La girandola a Castel Sant’Angelo, olio su tela, cm 49,5×60, collezione privata

La mostra offrirà dunque una sequenza di documenti pittorici delle straordinarie bellezze paesaggistiche italiane, e insieme spaccati di vita quotidiana come specchio di diverse condizioni sociali, in un tempo di grandi trasformazioni – politiche, economiche, culturali – rappresentate dai maggiori artisti italiani, ma anche nella prospettiva eccentrica degli artisti stranieri calati nel nostro Pese per ammirarne e dipingerne le bellezze. Una storia, anche, di interpretazioni diverse, in taluni casi a carattere ancora marcatamente regionalistico, in altri, di trasformazioni linguistiche di respiro europeo per un arco di tempo che va dalla pittura dei Macchiaioli all’insorgere dell’avanguardia futurista. 
La mostra, curata da Claudio Spadoni, apre con un’ampia sezione introduttiva con la presenza di alcuni dei più noti dipinti di Induno, Fattori, Lega, Guaccimanni, dedicati all’epopea risorgimentale.
Si succederanno poi diversi altri capitoli di questo viaggio nel tempo lungo la nostra penisola, ma anche in sequenza di modelli espressivi, con dipinti dei maggiori artisti del tempo, come Fontanesi, Caffi, Lega, Costa, Induno, Bianchi, Avondo, Palizzi, Previati, Segantini: vette alpine, vedute lacustri, i più ammirati paesaggi marini, e scorci tra i più pittoreschi delle città mete celebrate del Grand Tour, come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, nelle diverse declinazioni degli interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché di stranieri come Turner, Crane, Corot, Boudin, e diversi altri.
Il Bel Paese sarà poi raccontato, oltre che per l’intrinseco fascino degli scorci naturali, nella straordinaria, inconfondibile compenetrazione di natura e sedimento culturale, memorie storiche, anche attraverso immagini suggestive di tradizioni e costumi, grazie ad opere di figure come Michetti, Signorini, Lega, Morbelli, con rappresentazioni della vita quotidiana di una società ancora rurale ma che lentamente si avvia all’industrializzazione, con artisti quali Fattori, Cannicci, Cammarano, Boccioni, per citare solo pochi nomi.
A dar lustro ai molteplici aspetti del nostro Paese non mancherà la caratterizzazione di personaggi di diversa condizione sociale offerta da Lega, Cremona, De Nittis, Boldini, Zandomeneghi. Quasi un album di famiglia di oltre un secolo fa a memoria di ‘come eravamo’. In questo anche la ricca sezione dedicata alla fotografia, praticamente dagli esordi alla sua progressiva affermazione, avrà una parte molto importante, con alcuni dei suoi storici pionieri.
Ettore Tito, La mia rossa, 1888, olio su tela, cm 61x39,5, Fondazione Internazionale Balzan
Ettore Tito, La mia rossa, 1888, olio su tela, cm 61×39,5, Fondazione Internazionale Balzan

La parte conclusiva sarà poi una sintesi di queste diverse sezioni, con opere realizzate tra il primo e il secondo decennio del ‘900, che documentano le premesse divisioniste chiaramente innestate in un clima europeo, e l’avvento del Futurismo, l’avanguardia guidata da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali Boccioni, Balla, Depero, Carrà Russolo, decisi a spazzare via ogni residuo della cultura e della sensibilità ottocentesche, prima che la Grande Guerra, vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità e le avveniristiche utopie del movimento. 
Dopo le mostre dedicate alle figure di grandi storici dell’arte – Roberto Longhi, Francesco Arcangeli, Corrado Ricci, Giovanni Testori – le ampie rassegne riservate ai Preraffaelliti, all’arte in Italia nel secondo dopoguerra (L’Italia s’è desta), e ai rapporti fra Art Brut e arte degli alienati (Borderline), il Mar, Museo d’Arte della Città di Ravenna prosegue la sua indagine su temi storico-artistici di particolare interesse, come nel caso della mostra da poco conclusa dedicata alla storia del distacco delle pitture murali (L’incanto dell’affresco).
Per il carattere civico, storico e documentario, oltre che squisitamente storico-artistico, il Museo ha inoltrato richiesta che l’iniziativa sia posta sotto l’egida dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, e che possa godere del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Ravenna.
La mostra sarà corredata da un ampio catalogo con il repertorio delle opere esposte e diversi saggi che affrontano la complessità degli aspetti culturali e sociali di queste dense pagine di storia nazionale.