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Sai cos'è cos'è stato nascosto nel Ritratto Goldman? Ecco il mistero del mercante raffreddato




Anonimo veneziano, “Ritratto Goldman”
Anonimo veneziano, “Ritratto Goldman”

 
Cosa tiene esattamente in mano il nobiluomo in nero, dal volto grifagno? E perchè appare così bellicoso e aggressivo? A una prima visione, sembra che tenga un fazzoletto, nel pugno. Ma potrebbe essere un foglio, chissà. Strana cosa, che sembrerebbe portare il giovanotto nell’area della magia e del mistero. Ma se provaste a fare una radiografia all’opera?
Ecco, fatto. Il protagonista del ritratto non aveva il raffreddore e non aveva la necessità di asciugarsi il naso.  Il foglio – oppure il  fazzoletto – non era l’oggetto impugnato originariamente dall’aggressivo giovanotto. I raggi portano in luce uno spadino. E con lo spadino, appare tutto più chiaro. Il primo pittore lo dipinse così, come una specie di sicario, molto sicuro di sé. L’arma sembra mafiosamente una “promessa” all’osservatore. Come dire: “Attento, mio caro. Perchè non esito a piantartela nel cuore”. Dopo qualche tempo, però, la lama stessa diventa ingombrante. E’, diremmo, uno strumento a doppio taglio. E si chiede, pertanto, al pittore o a un altro artista, dopo di lui, di cancellarla e di sostituirla con qualcosa che renda plausibile la posa con pugno. Pertanto chi interviene prende il bianco e copre la lama, dipingendo sopra essa un foglio di carta. Come se fosse un diploma o un importante lettera di incarico da ostentare al pubblico, al posto dell’arma. Poi, un’altra modifica nello stesso punto, realizzata probabilmente nell’Ottocento. Il foglio aperto non è convincente, meglio toglierlo di mezzo. Il foglio aperto viene cancellato e sostituito da un misterioso un fazzoletto o sacchettino grigio cilestrino per trasformare in un misterioso mercante veneziano.
Questione di correttezza politica e, successivamente, anche di mercato, che fa della correttezza politica un fondamentale strumento di lettura affinchè il prodotto o un antenato aggressivo siano sempre vendibili con un attestato di assoluta potabilità. Quindi l’intervento di mutamento dell’opera.
Il foglio – cioè la prima modifica introdotta nell’opera –  sarebbe una tipica “modifica della generazione successiva”, come la definisce Augusto Gentili in un’analisi del Ritratto Goldman (nome con cui è conosciuta oggi l’opera) contenuta nel terzo numero di “Studi tizianeschi”, annuario a cura della Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore (Silvana Editoriale), ossia “della modifica apportata per addolcire il ricordo di un antenato bizzarro o scomodo o irascibile e per consentire un più elegante inserimento nella galleria di famiglia”.
La radiografia dell’opera in cui si riconosce, stretto nel pugno del personaggio, lo spadino originale, successivamente cancellato per introdurre il libro ed il cartiglio
La radiografia dell’opera in cui si riconosce, stretto nel pugno del personaggio, lo spadino originale, successivamente cancellato per introdurre il libro ed il cartiglio