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La galleria regale di Annigoni, pittore delle regine



Pietro Annigoni, Ritratto di Elisabetta d'Iinghilterra
Pietro Annigoni, Ritratto di Elisabetta d’Iinghilterra

Regine, imperatori, principi ed eroi: per la prima volta esposti assieme i ritratti dei vip di Pietro Annigoni. L’occasione è la mostra ‘Pietro Annigoni: presenza di un artista’, organizzata a Firenze per il venticinquesimo anniversario della sua scomparsa, allo Spazio Mostre dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Il maestro assurse a fama mondiale dopo la realizzazione del ritratto alla Regina Elisabetta nel 1954: da allora iniziò la corsa di personalitĂ  illustri per farsi immortalare da lui. A Firenze esposte circa 150 opere, in parte inedite. Regine, imperatori, principi ed eroi: per la prima volta esposti assieme i ritratti dei vip di Pietro Annigoni. L’occasione è l’esposizione ‘Pietro Annigoni: presenza di un artista’
Il maestro assurse a fama mondiale dopo la realizzazione del ritratto alla Regina Elisabetta d’Inghilterra nel 1954: da allora iniziò la corsa di personalitĂ  illustri per farsi immortalare da lui. A Firenze vengono esposte circa 150 opere, tra cui disegni, immagini compiute o semplici schizzi, in parte inedite al pubblico, provenienti dal Fondo Annigoni dell’Ente Cassa, dalla Fondazione Guelpa e da altre collezioni. Fra queste un bellissimo disegno finito della Regina Madre d’Inghilterra, alcuni bozzetti del Principe Filippo di Edinburgo e un volto della Principessa Margaret, tutti inediti. Un’altra monarca che ebbe il privilegio di essere ritratta è Margrethe II, sovrana della Danimarca, di cui l’Ente Cassa possiede il disegno preparatorio e un altro con l’ inquadratura di tre quarti (inedito).
Fa invece riferimento al doppio ritratto eseguito nel 1967-’68 per le MaestĂ  imperiali di Persia, Reza Pahlavi e Farah Diba, una inedita sanguigna del fondo annigoniano, appena abbozzata, che costituisce uno dei primi studi. Tra le curiositĂ , mai viste, uno dei bozzetti per lo studio del ritratto di Papa Giovanni XXIII commissionato dalla rivista Times per la copertina dell’ottobre 1962 e un disegno completo per il ritratto del presidente Usa Lyndon Johnson che apparve sempre sulla copertina di Times nel 1968. E ancora gli studi preparatori per il ritratto del generale americano Mark Clark e due bozzetti con vari profili dello scrittore Joel Lehtonen. Da Villa Godi Malinverni a Lugo di Vicenza, prestato da Christian Malinverni, esce poi per la prima volta uno dei capolavori di Annigoni, il ritratto di Patricia Rawlings, oggi membro del Parlamento britannico.
A chiudere la sequenza di celebritĂ  inserito il Fabbro, un disegno a sanguigna e carboncino marrone, che Annigoni donò al Comune di Stia (Arezzo) nel 1976, per la 1/a edizione di quella che oggi è la Biennale Europea di Arte Fabbrile. Il Fabbro simboleggia ciò che deve o dovrebbe essere ‘celebrato’ quotidianamente: la dignitĂ  del lavoro. La mostra è promossa e realizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Fondazione Guelpa di Ivrea con Rossella Segreto Annigoni. Una sezione dell’esposizione sarĂ  poi riproposta a Ivrea a gennaio 2014. In occasione della mostra riaperto a Villa Bardini, con nuovi spazi ed un nuovo allestimento, il Museo Annigoni.
LA VITA E LE OPERE DI PIETRO ANNIGONI
Nato a Milano il 7 giugno 1910, Pietro Annigoni si trasferisce con la famiglia a Firenze nel 1925. Qui compie gli studi presso il Collegio dei Padri Scolopi e nel 1927 comincia a frequentare la Scuola Libera di Nudo dell’Accademia di Belle Arti, con insegnanti del calibro di Felice Carena per la pittura, Giuseppe Graziosi per la scultura, Celestino Celestini per la grafica.
Dotato di un’indole autonoma, Annigoni vive fra Milano, dove la famiglia è tornata ben presto a risiedere, e Firenze, dove egli si lega a personalità della cultura come il letterato Renzo Simi, il pittore e scultore pistoiese Mario Parri, lo storico d’origine fiumana Carlo Francovich, lo studioso d’arte trentino Niccolò Rasmo.
E’ in tale clima di fervida intellettualità che egli definisce i propri interessi e orienta il proprio gusto, mostrandosi precocemente in grado di partecipare al dibattito sull’arte pur rimanendo estraneo a movimenti o correnti, tanto da guadagnarsi presto la fama di personaggio fuori dai canoni. Dopo il successo di pubblico ottenuto con una personale a Milano nel 1936, Annigoni crea il suo primo importante ciclo decorativo ad affresco nel convento mediceo di San Marco, raffigurante una Deposizione permeata da tensioni espressioniste drammatiche, che bene interpretano la ricerca di un arduo equilibrio fra modernità e tradizione. D’allora in poi la pittura a sfondo religioso sarà, insieme alla ritrattistica e all’incisione, uno dei temi portanti della sua produzione pittorica, da una marcata vena malinconica.
Sposatosi con Anna Maggini nel 1937, da cui ha avuto due figli, Benedetto e Ricciarda, Annigoni a partire dal 1949 in poi esporrà con continuità e successo all’estero, in particolare a Londra, dove nel 1955 esegue il Ritratto della Regina Elisabetta II, opera emblematica del ruolo di cui egli è ormai interprete prediletto presso una società d’élite che in lui vede il degno erede di una tradizione antica e che ben volentieri si propone quale committenza secondo l’esempio dei grandi mecenati del passato (tra i tanti spiccano personaggi illustri come il duca di Edimburgo e la principessa Margaret d’Inghilterra, ma anche Margot Fonteyn, John Fitzgerald Kennedy, papa Giovanni XXIII).
Tra il 1958 e il 1980 Annigoni fu impegnato nella realizzazione di importanti cicli decorativi di tema sacro (fra gli altri quelli per la chiesa di San Martino a Castagno d’Andrea, per il santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese, per la Chiesa Maggiore dell’Abbazia di Montecassino e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova), ma anche di soggetti profani (L’Arcadia per la Sala del Pontormo a Wethersfield House Amenia, New York).
Dopo la dolorosa scomparsa della prima moglie, avvenuta nel 1969, la vita di Annigoni è stata rasserenata dall’incontro con la seconda giovanissima compagna e modella, Rossella Segreto, che egli sposa nel 1976. Circondato da uno scelto manipolo di allievi italiani e stranieri, Annigoni dipinge fino a quando si spegne a Firenze il 28 ottobre del 1988.
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