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Anniversario di nozze: la prima Biennale di Venezia nacque come “dono” ai Sovrani. Lo scandalo del quadro


Per festeggiare il venticinquesimo anniversario delle nozze del re d’Italia l’allora sindaco di Venezia, Riccardo Selvatico, istituì nel 1894 un’esposizione d’arte: nasceva così la Biennale, la cui prima edizione fu inaugurata nel maggio del 1895.
La Biennale di fine Ottocento era molto diversa da quelle ricchissime di oggi, ma non aveva nulla da invidiare ad esse in termini di qualità di contenuto e per importanza di nomi presenti.
L’edizione d’esordio fu contrassegnata tra l’altro dallo scandalo sollevato da un’opera di Giacomo Grosso, Il supremo convegno. Il quadro di Grosso raffigurava una camera ardente con feretro e cadavere attorniati da donne nude, a simboleggiare “la fine di un dongiovanni”.


La presidenza dell’esposizione temeva che il dipinto potesse offendere la morale dei visitatori; ma una commissione di intellettuali, nominata dal sindaco e presieduta da Antonio Fogazzaro, giudicò Il Supremo convegno non oltraggioso del buoncostume, quindi “presentabile”. Un notevole coraggio, considerato il fatto che il quadro è certamente molto spinto.
Alla prima Biennale parteciparono artisti di grande fama come Fattori, Previati, Pellizza da Volpedo, Puvis de Chavannes, Burne-Jones, Whistler…
Interessante osservare il catalogo dell’evento veneziano: lo spazio dedicato alle immagini è minimo, ampio invece quello destinato alla pubblicità.