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L'affresco grande come un campo di calcio




Con i suoi cinquemilacinquecento metri quadrati di superficie dipinta (pari a un campo di calcio), è considerato il più esteso affresco unitario di tutti i tempi. E’ quello che ricopre l’interno dell’enorme cupola ellittica (anch’essa da primato) del santuario di Vicoforte, in Piemonte. Lo ha realizzato il rodigino Mattia Bortoloni (1696-1750).

Mattia Bortoloni, Eolo e Giunone, particolare
Mattia Bortoloni,
Eolo e Giunone, particolare

 
Allievo di Balestra prima e aiuto di Tiepolo poi, Bortoloni fu un autore straordinario, ‘soffocato’ in vita e nella fama dall’aver operato con i titani del Settecento veneto.
Dopo aver ottenuto a soli vent’anni l’incarico di decorare la palladiana villa Cornaro, Mattia eseguì nel corso della sua esistenza numerosi affreschi, tra cui quelli per il duomo di Monza, per il santuario della Consolata e palazzo Barolo a Torino, per palazzo Clerici e palazzo Dugnani a Milano, per le chiese dei Santi Giovanni e Paolo e di San Nicolò ai Tolentini a Venezia, per Ca’ Sceriman e Ca’ Rezzonico sempre a Venezia, oltre al suo capolavoro assoluto, il già citato intervento per la cupola del santuario di Vicoforte.
La cupola del santuario di Vicoforte affrescata da Bortoloni
La cupola del santuario
di Vicoforte affrescata da Bortoloni

E’ attraverso la produzione sacra che Mattia Bortoloni si dimostra un artista dotato di estro e originalità, grazie a composizioni impaginate in modo antiaccademico, ironico, talvolta irriverente, e in controtendenza. A lui va infatti il merito di aver segnato il superamento della tradizione tardo-secentesca in largo anticipo rispetto allo stesso Tiepolo e in piena consonanza con le innovazioni di Pittoni e di Ricci.