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L’amore non è bello senza occhi a mandorla



di Enrico Giustacchini

Quello degli “occhi a mandorla” è stato uno dei grandi miti del Gotico. Ma qui l’Oriente non c’entra. “Non siamo di fronte a un tratto somatico con connotazioni razziali, ma a un’invenzione deliberata e codificata” ricorda Francesca Pellegrino dalle pagine dell’accattivante Geografia e viaggi immaginari (Electa, Dizionari dell’Arte).

“L’occhio lungo è un elemento di fascino ed eleganza suadente che è poi tornato nella cosmesi anche recentissima. E lo sguardo femminile nella cultura cortese era fondamentale veicolo d’Amore”. Durante il Gotico, il bistro veniva collocato all’egizia, per rendere gli occhi lumghissimi e grandi. E poichè il trucco era utilizzato soprattutto in pubblico e durante gli incontri galanti, questi occhi ampi e lunghi erano divenuti lo sguardo dell’amore. Per questo Maria compartecipa alla visione del tempo, con occhi truccati, lunghissimi, che interpretano il profondo amore per il Bambino.Con il Rinascimento, invece, l’occhio a mandorla sparisce, travolto dai nuovi dettami estetici di classicità e proporzione.

Ambrogio Lorenzetti, Madonna del latte. Da notare che gli occhi della Vergine sono a mandorla, mentre quelli del Bimbo sono tondeggianti, a conferma che l’occhio lungo era considerato nella cultura gotica una virtù estetica prevalentemente femminile
Ambrogio Lorenzetti, Madonna del latte. Da notare che gli occhi della Vergine sono a mandorla, mentre quelli del Bimbo sono tondeggianti, a conferma che l’occhio lungo era considerato nella cultura gotica una virtù estetica prevalentemente femminile