Press "Enter" to skip to content

Il vino nell’arte e nel costume dell’Antico Egitto. Vendemmia e lavacro delle mummie


Elemento sacrale, medicinale, corredo funebre. Un viaggio del rapporto tra l’Antico Egitto e il vino fu condotto, nella Chiesa di San Domenico ad Alba (Cn) –  come elemento di approfondimento di studio e di esposizione – attraverso immagini parietali e reperti archeologici – di un tema che risultava praticamente inedito

Calice a forma di fiore di loto Nuovo Regno
Calice a forma di fiore di loto
Nuovo Regno

L’approfondimento e il percorso culturale furono condotti da Sabina Malgora – archeologa ed egittologa -.

Tomba di Nakht, Parete sud, TT52_Necropoli tebana di Sheikh Abd el-Qurna XVIII dinastia Foto Michele Alquati
Tomba di Nakht, Parete sud, TT52_Necropoli tebana di Sheikh Abd el-Qurna
XVIII dinastia
Foto Michele Alquati

Con 50 reperti archeologici era possibile fare il punto dell’evoluzione e delle persistenze dell’idea del vino nella cultura egiziana, in un periodo compreso tra l’Antico Regno e il periodo Romano. Il valore del vino, presso quella civiltà, era immenso sotto il profilo cultuale e materiale.
La bevanda era comunque diffusa e costituiva una preziosa integrazione alimentare, anche se esistevano usi ben più alti del  vino stesso nel processo di mummificazione, grazie all’alcol e ai componenti tannici, che riducono i fenomeni putrefattivi. Questo sua essere prodigioso sotto tanti profili contribuì alla correlazione con il misticismo e le divinità. E, naturalmente, con il mondo dell’arte. Splendide, sotto questo profilo, sono le scene della vendemmia. O le pratiche offertoriali nelle quali l’uva, costituisce, com’è visibile nel dipinto parietale – qui sopra – un elemento centrale.
Tomba TT290 di Irynefer, primi anni del regno di Ramses II (1279-1213 a.C.). In mostra la ricostruzione in scala reale
Tomba TT290 di Irynefer, primi anni del regno di Ramses II (1279-1213 a.C.)

Significative sono le fotografie scattate in Egitto alcune delle quali ritraggono le rappresentazioni parietali della tomba di Nakht, TT52 della necropoli tebana di Sheikh Abd el-Qurna e raffigurano in modo dettagliato momenti di vita legati alla lavorazione della terra; in particolare la raccolta dell’uva e la spremitura, la conservazione del vino nelle anfore e la preparazione di un banchetto con grappoli offerti al defunto. Il vino, elemento simbolico in ambito religioso, era annoverato fra i doni dei corredi funebri, come viene illustrato nella Stele di Senbi (Medio Regno, XII dinastia).
Tra gli oggetti legati al vino come simbolo di rinascita, la statuetta in bronzo del dio Osiride che rinasce dopo la morte e l’imponente scultura di tre metri in quarzo-diorite raffigurante la dea Sekhmet con la testa di leonessa, il cui nome significa “la potente”.
Stele di Senbi, Medio Regno, XII din.-Nuovo Regno, calcare, cm h. 41,5x32
Stele di Senbi,
Medio Regno, XII din.-Nuovo Regno, calcare, cm h. 41,5×32

La bevanda era comunque diffusa e costituiva una preziosa integrazione alimentare, anche se esistevano usi ben più alti del  vino stesso nel processo di mummificazione, grazie all’alcol e ai componenti tannici, che riducono i fenomeni putrefattivi. Questo sua essere prodigioso sotto tanti profili contribuì alla correlazione con il misticismo e le divinità. E, naturalmente, con il mondo dell’arte. Splendide, sotto questo profilo, sono le scene della vendemmia. O le pratiche offertoriali nelle quali l’uva, costituisce, com’è visibile nel dipinto parietale – qui sopra – un elemento centrale.
Curiosi sono, inoltre, gli elementi per collare usekh in fayence, che, portati da uomini e donne, erano tra gli ornamenti personali più diffusi in Egitto; la loro forma a “grappolo d’uva” si ritrova anche in lunghe file di inserti parietali di palazzi e templi, come motivo decorativo a simboleggiare la rigenerazione. L’iconografia e l’archeologia ci consentono di capire com’erano fatte le anfore -rivestite internamente da materiale impermeabilizzante per conservare il vino – e la diversificazione dei contenitori, in forme e grandezze,  a seconda delle fasi di fermentazione e di invecchiamento.

Articoli correlati

[box type=”shadow” ]COME VENDERE ON LINE QUALSIASI OGGETTO
CON LE ASTE DI CATAWIKI. QUI I LINK.
ISCRIVITI GRATUITAMENTE ORA
E SENZA ALCUN IMPEGNO.
VENDI QUANDO VUOI

Le nostre case sono piene di oggetti di un certo valore, che non ci servono più. E spesso non ci rendiamo conto che abbiamo risorse a disposizione e che quello che a noi non serve più può avere un valore per gli altri
Le nostre case sono piene di oggetti di un certo valore, che non ci servono più. E spesso non ci rendiamo conto che abbiamo risorse a disposizione e che quello che a noi non serve più può avere un valore per gli altri

Vendi i tuoi oggetti con Catawiki: Clicca qui
Sapevi che alcune delle più grandi aste di arte online in Europa sono ospitate da Catawiki? Dalla prima asta nel 2011, il sito d’aste online Catawiki è cresciuto in maniera straordinaria, con aste settimanali in oltre 80 categorie, incluse 50 aste di arte che spaziano dall’arte classica a quella moderna. Il tratto distintivo di Catawiki è il team di esperti che valuta ogni lotto per qualità e autenticità, al fine di fornire al pubblico aste di altissimo livello. Inoltre, Catawiki agisce da intermediario tra acquirenti e venditori, offrendo transazioni sicure per tutti.
Con Catawiki metti all’asta monete, quadri, oggetti di antiquariato, vintage, con un semplice click: dai un’occhiata qui
a catawiki 2
I venditori sottopongono i loro oggetti all’analisi degli esperti, che poi li approvano e pianificano il loro inserimento in una successiva asta. Da qui inizia il divertimento. Le aste vengono visitate da milioni di potenziali acquirenti da tutto il mondo.[/box]