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Le icone russe degli Uffizi


Bottega moscovita, Fine del XVI- inizio del XVII secolo, Decollazione del Battista, Firenze, Galleria degli Uffizi, inv. 1890
Bottega moscovita, Fine del XVI- inizio del XVII secolo, Decollazione del Battista, Firenze, Galleria degli Uffizi, inv. 1890

 

 

 

 

Dal 20 dicembre 2014 al 1° febbraio 2015, la Sala delle Reali Poste della Galleria degli Uffizi di Firenze, accoglie la mostra della Collezione delle icone russe agli Uffizi.

L’esposizione, ideata dalla Galleria degli Uffizi, promossa dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli, Vincenzo Gobbo e Daniela Parenti, è parte integrante del ciclo I mai visti, che ogni anno propone aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.

La rassegna presenta 81 icone di proprietà delle Gallerie fiorentine, costituenti il più antico nucleo collezionistico di icone russe esistente fuori dal mondo ortodosso.

“Sono grata agli Amici degli Uffizi e al personale della Direzione della Galleria – commenta il Soprintendente ad interim per il Polo Museale Fiorentino, Alessandra Marino – per la volontà di mantenere viva la tradizione dell’appuntamento espositivo di fine anno con “I mai visti”. Quest’anno i visitatori troveranno ad attenderli una serie di icone russe appartenenti alla Galleria e che, attraverso questa iniziativa, trova luogo e motivo per essere ammirata e apprezzata, a conferma del gusto collezionistico delle dinastie medicea e lorenese che ha attraversato i secoli ed è giunto sino a noi”.

“Da qualche mese – ricorda Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi – è tornata agli Uffizi, dalla Galleria dell’Accademia, la collezione d’icone che nella seconda metà del Settecento era stata esposta da Luigi Lanzi e Giuseppe Pelli Bencivenni nel “Gabinetto di pitture antiche”, in una coabitazione con le tavole dei maestri operosi ai primordi dell’arte italiana che è emblematica d’una riscoperta critica per la quale è invalsa la formula di ‘fortuna dei primitivi’. L’esposizione riguarda un settore del patrimonio degli Uffizi ‘mai visto’ dai loro visitatori, ai quali sarà dato agio di conoscere una cultura antica e nuova”.

“È davvero un piacere – afferma Maria Vittoria Rimbotti, presidente dell’associazione Amici degli Uffizi – presentare alla città la strenna natalizia degli Amici degli Uffizi. Da oltre un decennio l’Associazione che ho l’onore di presiedere, partecipa attivamente all’organizzazione della mostra del ciclo de ‘I mai visti’, che propone aspetti della collezione del Museo poco noti e raramente esposti. Quest’anno – prosegue Maria Vittoria Rimbotti – l’attenzione si è focalizzata sulla più antica collezione di icone russe esistenti fuori dal mondo ortodosso di proprietà della Galleria degli Uffizi, che testimoniano il raffinato gusto collezionistico fiorentino, iniziato già in ambito mediceo e proseguito con la casata lorenese, attento a forme di espressione artistica di grande ricercatezza, nate e sviluppate in paesi e culture solo apparentemente lontane da quelle italiane”.

Russia centrale, secondo quarto del XVIII secolo, Madre di Dio di Kazan, Inv. 1890
Russia centrale, secondo quarto del XVIII secolo, Madre di Dio di Kazan, Inv. 1890

“Le icone russe – sottolinea Daniela Parenti – giunsero agli Uffizi da Palazzo Pitti nel corso della risistemazione della Galleria promossa da Pietro Leopoldo, che comportò lo spostamento di intere branche del collezionismo mediceo e il trasferimento di molti capolavori agli Uffizi dalle regge granducali. Le icone “grecomosche” furono sistemate nel Gabinetto delle pitture antiche come significative testimonianze della riscoperta delle antichità cristiane e della pittura delle origini, ed introducevano ai dipinti toscani a fondo oro come pure ai capolavori del primo di Rinascimento di Angelico, Paolo Uccello, fino a Botticelli. Questo insolito, ma innovativo guazzabuglio di opere “primitive” fu smantellato alla fine del XVIII per far posto a un diverso ordinamento e le icone russe furono relegate nella villa medicea di Castello, dove rimasero fino al XX secolo. Depositate quindi a Palazzo Pitti e poi alla Galleria dell’Accademia, tornano nuovamente agli Uffizi, in virtù degli spazi in accrescimento del progetto Nuovi Uffizi”.

Bottega russa del secondo quarto del XVIII secolo, L’Arcangelo Michele
Bottega russa del secondo quarto del XVIII secolo, L’Arcangelo Michele

“L’esposizione – dichiara Vincenzo Gobbo – dell’interessante gruppo d’icone russe si suddivide in tre sezioni che raggruppano le tavole dipinte aventi per tema il Cristo, la Madre di Dio e le diverse figure di santi che animano il Credo Ortodosso. Dal punto di vista artistico le icone della collezione fiorentina costituiscono un insieme eterogeneo all’interno del quale si trovano immagini sacre caratterizzate da una discreta qualità nella resa iconografica, a cui s’alternano quelle in cui lo stile ‘popolare’ è evidenziato da tratti più semplici e ingenui”.

 

Bottega russa del secondo quarto del XVIII secolo, Natività e storie dell’Infanzia di Gesù
Bottega russa del secondo quarto del XVIII secolo, Natività e storie dell’Infanzia di Gesù

Già ospitate alla Galleria dell’Accademia di Firenze, questi capolavori sono recentemente tornati agli Uffizi dove già intorno al 1782 i conservatori della Galleria, Luigi Lanzi e Giuseppe Pelli Bencivenni, li avevano scelti per illustrare le antichità cristiane nel Gabinetto delle Pitture Antiche, ponendoli accanto a coppe paleocristiane, smalti, mosaici, e dipinti dei cosiddetti pittori “primitivi” toscani.

 

La mostra rivela questo nucleo di opere spiegandone il loro significato nell’ambito della fede e della liturgia cristiana ortodossa, la loro funzione, le caratteristiche tecniche e artistiche.

Si ripercorrono inoltre le vicende collezionistiche, evocando per sommi capi la ricostruzione del Gabinetto delle Pitture Antiche e i successivi passaggi nelle residenze fiorentine lorenesi e sabaude.

 

 

LA COLLEZIONE DELLE ICONE RUSSE AGLI UFFIZI

Firenze, Galleria degli Uffizi – Sala delle Reali Poste

20 dicembre 2014 – 1 febbraio 2015

 

Orari: da martedì a domenica, ore 10.00 – 17.00

Ingresso libero