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Martina Brugnara – Quando l'indispensabile è inutile diventa un'opera mistica


Stile Arte intervista Martina Brugnara, la cui opera è stata insignita del terzo premio, sezione scultura, del Nocivelli 2014
Di seguito, pubblichiamo la nota critica di Renzo Mangili, membro della giuria del Premio.
“Linguisticamente, il manufatto di Martina Brugnara è il precipitato di una quantità di passaggi del Contemporaneo in scultura, dal costruttivismo alla riqualificazione dell’objet trouvé. Nell’ambito di una ricerca, peraltro, esposta al rischio di cadute nel bricolage. Ma è altresì chiaro che, nella fattispecie, tanta cultura visiva si fonde in espressione personale per approdo all’intento neoconcettuale. “Rivisitazione di un coltellino svizzero inutile, l’esempio massimo di ciò che è [originariamente] funzionale spogliato della sua identità fino a diventare antitesi di se stesso”: è in questa sintesi che l’autrice verbalizza il senso della creazione offertaci. Nell’insieme, il telaio dell’opera arieggia ai caratteri formali razionalistici mediati dalla corrente produzione di beni, sia quella impersonale dell’industria, sia quella elementare e privata ricorrente agli scaffali di “Castorama”. Tuttavia, a un secondo sguardo, esso rivela un particolare d’altro segno, inatteso quanto significativo: di fronte a uno dei piedi anteriori, non si sa se esso sia andato precocemente incontro a “primitivo” restauro; oppure, se sia un semplice completamento di fortuna, conseguente a inadeguato approvvigionamento di materiale consono da parte del costruttore. Comunque sia, si tratta di un reperto carico di memoria propria. Integrata della sua parte superiore geometrica, la struttura determina alla fine un’allusione anfibologica: il rimando al monitor di un apparato di controllo tecnologico, così come al leggio di antiche liturgie. Mentre ciò che di legno o di metallo conquista lo spazio, fuoriuscendo snodato, ritmico e radiale dalla sorta di teca a giorno o di video permeabile, sono strumenti di lavoro della tradizione operaia e contadina. Nello “stato” finale assunto dalla scultura (dopo la modifica fotograficamente documentata), l’oggettistica di complemento include, in prevalenza, attrezzi adatti anche all’offesa, come coltelli e mannaie. Con l’ironia (disposizione salvifica del navigatore contemporaneo), affiora infine, nel saggio esibito dall’artista lombarda, la diffidenza dell’individuo contemporaneo di fronte all’impennata del “progresso” tecnologico, la difficoltà di relazionare realtà in fieri e memoria (ricordo di capacità fabbrili individualmente gestibili). Il trabiccolo intestato al fantomatico Carl si direbbe senz’altro improntato alla leggerezza dell’improvvisazione ludica. Se non vi pesasse il grasso depositato da generazioni di faticanti sui singoli oggetti trovati e incorporati; se, per di più, queste reliquie, per niente scariche di potenzialità funzionali, non ventilassero l’eventualità dell’agguato”.
magnacarta
“Realizzo principalmente ibridi, assemblando e utilizzando vari mezzi espressivi in base alla natura del progetto – dice Martina Brugnara – Stilisticamente riprendo le forme e lo stile dell’arte minimale e concettuali degli anni 70/80 lavorando con materiali quali il legno, il ferro e oggetti di recupero. Come rifermento in ambito artistico prendo spunto da molti artisti performativi quali Acconci ad esempio ma anche artisti concettuali come Agnetti, mia grande fonti di ispirazione per quanto concerne la filosofia analizzo gli studi di Nietzsche sul Nichilismo attivo e sull’idea del super-uomo. Il nichilismo inteso come atto di negazione totale, che inizia con il superamento della scultura nella sua accezione di oggetto coinvolgendo non solo la sua visione chiusa che vede annullata la propria identità ma contrastando le imposizioni sociali intese come limitazioni alla propria espressione.
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“Questa ricerca nata due anni fa è alla base della mia produzione artistica e rispecchia la mia visione dell’arte che si deve mettere sempre in gioco, la negazione totale non deve essere intesa come atto di annullamento statico ma piuttosto un’azione volta a creare qualcosa di nuovo, mettere in moto idee e nuove forme di fare arte. Carl è le raffigurazioni in chiave rivisitata di un coltellino svizzero inutile. Esempi massimi di ciò che è funzionale spogliato della sua identità fino a diventare antitesi di se stesso”.
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Indirizzo di contatto:
martinabrugnara@hotmail.com
 
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