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Mei Ziqian – Con pittura e installazioni alla ricerca delle strutture della realtà umana


Stile Arte intervista Mei Ziqian, La sua opera, presentata al Premio Nocivelli 2014, è stata insignita del terzo premio della sezione pittura. L’intervista è introdotta dal saggio critico di Giuseppe Virelli, membro della giuria, dedicata al lavoro presentato dall’artista

“Quest’opera di Mei Ziqian, facente parte di un progetto più ampio intitolato Mental Worksite – scrive Giuseppe Virelli – è un lavoro che solo in maniera approssimativa si può collocare nell’ambito della pittura in senso tradizionale. Questo trittico, infatti, sembra più una sorta di rilievo plastico dal forte impatto materico che non un semplice quadro da contemplare su una parete verticale. Realizzata con materiali “prelevati” dai cantieri edili, in essa l’artista traccia le linee di una realtà urbana incerta, in cui non si sa bene se l’apparato architettonico, rappresentato da piccoli e aguzzi fili d’acciaio che emergono come travi dal fondo magmatico di una colata di cemento, sia in fase d’imminente costruzione o, al contrario, di abbandono e degrado come spesso accade nelle nostre periferie cittadine. In entrambi i casi, l’aspetto monocromo dell’opera sottolinea, con gesto forte seppure minimale, la volontà da parte dell’artista di denunciare quel continuo atto di violenza, di depredazione e di sfruttamento perpetuato dall’uomo nei confronti del territorio. Un lavoro dunque che manifesta e mette in luce il rapporto critico esistente fra una società piegata alla necessità consumistica e la natura che, a livello più generale, vuole anche far riflettere sulle relazioni fra uomo e uomo.

 
 
INTERVISTA VINCITORI
 
Iniziamo con una breve scheda
Sono nato nel 1973 a Cagliari dove risiedo e lavoro. La mia formazione inizia nel 1992 presso il Liceo artistico di Cagliari, prosegue con gli studi di filosofia e con il London College of Communication e la Photofusion di Londra. A parte la formazione canonica, devo molto alle esperienze trascorse all’estero a contatto con realtà, luoghi e persone estremamente stimolanti. Penso di essere molto legato all’arte concettuale degli anni 70 e al neo minimalismo. Allo stesso tempo vedo la contemporaneità slegata da ogni “teoria” e questo carattere rapsodico del mondo rende l’arte “inafferrabile”.
Untitled II
 
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Spesso ci si chiede da dove veniamo e questa domanda tutt’oggi mi accompagna. Ho trovato risposte nell’antropologia in autori come Strauss, Augè, Bateson, Warnier, Geertz, i quali ci ricordano sempre in quale crisi di senso il mondo contemporaneo si trovi e quanto sia importante trovare una soluzione ermeneutica. Inoltre un altro autore incisivo è Karl Marx che mi ha aiutato a capire le dinamiche del “cantiere globale” su cui il mio lavoro verte da diversi anni, contribuendo a forgiare una mia lettura e interpretazione critica del capitalismo contemporaneo. Ritengo sia importante citare anche Martha Nussbaum per la sua teoria sull’immaginazione narrativa, che è stata “motore” dei miei primi progetti sull’immaginazione (progetto light building). Per la Nussbaum la produzione artistica può avere effetti “rivoluzionari” sul genere umano: stimolando l’immaginazione, essa libera, infatti, un potenziale straordinario che sfocia in curiosità e capacità di cogliere la piena umanità delle persone andando al di là degli stereotipi e di superficiali paure.All’interno di ciò che è stato importante e stimolante nelle mie produzioni, tengo a citare anche il ruolo che hanno svolto i registi cinesi come Zhang Yimou; Jia Zhangke;  Wu Wenguang, interpreti sottili del processo di globalizzazione e del suo rapporto con la storia e la cultura.  L’ultima parte della mia riflessione la dedico ad una artista che per me è stato davvero molte importante, Gordon Matta-Clark grande lettore della “fabbrica urbana”.


 
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?

L'opera presentata al premio Nocivelli 2014
L’opera presentata al premio Nocivelli 2014

Il filo rosso che guida il progetto presentato al premio mette insieme due elementi:  l’immaginazione e gli scenari/spazi architettonici urbani. Il trittico fa parte del progetto “Mental Worksite” teso a rappresentare un cantiere mentale attraverso una serie di edifici in costruzione o parte di essi. In questo caso, il trittico rappresenta una porzione di edificio.Il telos è quello di rappresentare la realtà delle società contemporanee spogliate dagli orpelli decorativi, dai trucchi, dalle maschere e dal culto dell’apparenza. Il “Mental Worksite” è, infatti, il “Ritratto di Dorian Gray”, dell’uomo, della natura e del loro reciproco rapporto; una sorta di cartina di tornasole delle scelte umane che hanno ridotto la capacità di immaginare, comprimendo e limitando la libertà e la creatività dell’uomo agli schemi del capitalismo globale.
Quando vedo un edificio in costruzione il paesaggio si apre al mondo delle idee, il cantiere in se scatena una serie di dinamiche sociali verticali dalla parvenza orizzontale, il cemento regge ed unisce, ma allo stesso tempo crolla e separa, le armature longitudinali che fuoriescono dai pilastri dell’ultimo livello rappresentano la convivenza tra reale e ideale (da intendere come fantastico o immaginativo).
Si cerca quindi di riprodurre in diversi modi l’atmosfera del cantiere, quale cartina di tornasole della vita reale, utilizzando i materiali e le tecniche di costruzione proprie di quei contesti osservati.
Sito internet: www.meiziqian.com
 
 
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