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Filippo Monteverde –





 
Filippo Monteverde nasce a Brescia nell’aprile del 1846. Figlio di una benestante famiglia genovese, che opera nel settore della vetreria e della seta, si rivela presto incline più al fuoco dell’arte che agli interessi commerciali; decide quindi di intraprendere lo studio del disegno frequentando, dal 1863 al 1869, i corsi della “Moretto”.
Premiato per le indiscutibili capacità, viene a volte punito per il suo spirito ribelle, che si manifesta in alcuni lavori, giudicati “stravaganti”, mentre nel 1869 lo si vede “richiamato” per un “atto di grave indisciplina ed offesa nei confronti della commissione esaminatrice dei concorsi”.
Anche Monteverde appartiene a quella schiera di pittori bresciani nati intorno alla metà del diciannovesimo secolo – come Roberto Venturi e Achille Glisenti – legati alla tradizione accademica del dipinto storico e della scena di genere, palesando tuttavia nella produzione di ritratti e bozzetti uno spirito ed una tecnica più innovativi e moderni.
Questo particolare slancio modernista viene applicato da Monteverde anche per quanto concerne la sua figura di professionista dell’arte. Egli si dimostra infatti un abile anticipatore delle tecniche pubblicitarie: sui quotidiani locali – siamo negli anni ottanta dell’Ottocento! -appare la sua promozione come “pittore in figura e paesaggio”, che offre i propri servigi “in riproduzione dalla fotografia, ritratti ad olio in grandezza naturale (mezzo busto) a sole 50 lire”. Ciò nonostante si ripropone anche per lui la vecchia regola del “nemo propheta in patria”, dato che i premi ed i riconoscimenti che lo riguardano provengono dalle esposizioni di Monaco di Baviera (1879) e di Milano (1881) e dall’invito a partecipare al Salon di Parigi nel Avendo la percezione di un ambiente ostile o quantomeno ristretto, Monteverde decide quindi di allontanarsi da Brescia, viaggiando tra Roma e la Germania, la Svizzera, la Francia e l’Algeria; dopo alcuni anni, si trasferisce in Argentina.
Questo artista ha dipinto prevalentemente ad olio, utilizzando i supporti tradizionali quali la tela ed il cartone, raramente la tavola di legno. Sporadicamente ha impiegato l’acquerello, e per quanto concerne la grafica è ricorso alla matita su carta per lavori a carattere di studio. Il quadro che viene proposto qui in fotografia prima e dopo l’intervento di restauro conservativo appartiene alla tipologia dei bozzetti.
La seducente e piccola opera (18×25 cm), eseguita ad olio su cartone, giungeva a noi in laboratorio in occasione della mostra retrospettiva sull’autore, a cura di Luigi Capretti e Francesco De Leonardis, che si terrà all’Aab nel prossimo mese di dicembre.
Per quanto concerne lo stato conservativo del dipinto, va detto che lo stesso presentava un evidente appesantimento chiaroscurale causato dall’ossidazione della vernice protettiva e un principio di sollevamento della pellicola pittorica localizzato in prossimità dei margini inferiori.
Si è dato inizio al restauro consolidando preventivamente la pellicola – sprovvista della preparazione sottostante – con l’impiego di una resina termoplastica sciolta in white spirit a bassa percentuale e stesa a caldo sulla superficie del quadro.
Avendo raggiunto la fermatura del colore, si è potuto procedere alla successiva fase di pulitura, asportando la vernice ossidata con l’ausilio di un solvente idoneo, disperso in una emulsione cerosa. La “pappina” è stata applicata ad impacco e lavorata con un pennello morbido; i sedimenti sono stati poi rimossi con l’impiego di alcuni tamponcini di cotone imbevuti di essenza di petrolio.
Il restauro si è concluso con la verniciatura protettiva del dipinto eseguita per nebulizzazione di una resina chetonica.
Clicca sul link per aprire il PDF e leggere testo, con immagini comparative:
 

[PDF] Monteverde il ribelle

STILE Brescia 2006