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Nuova oggettività: le Veneri malate di guerra e di cupidigia di Karl Hubbuch. Il video


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In seguito alla Prima guerra mondiale, l’anima del mondo cambiò radicalmente. Dopo il soffio gioioso della Belle epoque, lo stesso mondo tecnologico che aveva portato notevoli progressi economici appoggiò la via del consumo attraverso la distruzione e la conquista di nuovi territori. E a questo punto, di fonte alla devstazione della materia e dello spirito, che Karl Hubbuch entra a far parte del movimento artistico che ha usato l’arte per dare una visione critica e impegnata della società tedesca negli anni successivi all primo conflitto mondiale, chiamato Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività). La matrice, come ben vediamo, è espressionista.
L’artista ha studiato alla Staatliche Akademie der Bildenden Künste di Karlsruhe, dove ha fatto amicizia con Rudolf Schlichter e George Scholz. Dal 1912 ha studiato arte grafica al kunstgewerbemuseum, dove si formarono George Grosz e Oskar Nerlinger. Dopo anni di pausa artistica causata dalla prima guerra mondiale, Hubbuch tornò a Karlsruhe, dove avrebbe finito gli studi, occupando una cattedra dal 1928. Durante questo periodo ha inizio il suo interesse per la pittura, che segue il periodo dell’illustrazione, che era stato il suo mezzo di espressione artistica in precedenza.


A causa della sua pittura di deformazione della realtà, lungo quella linea stilistica sulla quale Hitler univa gli esempi di arte degenerata, l’artista non era ben visto deal nazismo. Così Karl Hubbuch andò in pensione dal suo incarico di professore. Ha vissuto lavorando, fino al 1945, come pittore decorativo in diverse aziende ceramiche nel sud della Germania. Dopo la seconda guerra mondiale, è stato reintegrato nel suo posto presso la Akademie di Karlsruhe e ha ricevuto numerosi riconoscimenti da parte delle autorità. Le opere in dopoguerra continuano denunciare gli eccessi fascisti, ma a poco a poco i suoi soggetti mutano, concentrandosi sui suoi numerosi viaggi, soprattutto in Francia.