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A Rovigo opere inedite raccontano l’arte dal 500 ad oggi


ROVERETO – Palazzo Roverella svela i suoi tesori nascosti. Accanto a celebri opere, che spaziano da Bellini a Tiepolo, regolarmente allineate nelle sale di Palazzo Roverella riservate alle Pinacoteca, usciranno dai depositi altre tele non meno importanti che, per motivi di spazio, sono rimaste celate nel tempo.


Bellini, Madonna col Bambino
Bellini, Madonna col Bambino

Sono più di cinquanta tavole e tele, una vera Pinacoteca aggiuntiva. Alcune di grandi dimensioni, sino al “colosso” rappresentato dalla Veduta di Venezia di Giovanni Biasin, una tempera estesa ben 23 metri, incredibile, affascinante diorama sulla capitale lagunare.

Jan Gossaert detto il Mabuse,  Vanitas
Jan Gossaert detto il Mabuse, Vanitas

Ma, andando secondo un percorso cronologico, vanno segnalati il raffinato “Ritratto di giovane” di Andrea Previtali, databile al primo Cinquecento, poi due opere a tema profano del Palma il Giovane, che vanno ad aggiungersi alle altre opere sacre del maestro già esposte, e ancora tele di Domenico Capriolo, Bernardino Licini e del Florigerio insieme a ben 6 ulteriori tavole e tele di Pietro Muttoni, accanto a tre tele di Matteo Pitocchi. Splendide rivelazioni le opere di artiste donne, dall’autoritratto di Rosalba Carriera alle Nature Morte e altre opere di Elisabetta Marchioni (quasi una piccola monografica all’interno della Pinacoteca), per passare a Loth, Luca Giordano, Ribera, Matteo Storm, Giuseppe Crespi, ai tedeschi e fiamminghi e olandesi presenti nelle collezioni rodigine, testimonianza di un  gusto collezionistico e particolarmente aperto ai “foresti”. Infine, Fontebasso e Longhi, affiancati con diverse declinazione dello stesso soggetto, un Pastorello. E a chiudere la parata, Giovanni Biasin, presente non solo con il suo famoso diorama veneziano ma anche con diversi oli di analogo soggetto.

Una rivelazione sarà anche la collezione degli artisti contemporanei, mai prima esposti: Achille Perilli, Carla Accardi, Concetto Pozzati, Giosetta Fioroni, Giulio Turcato, e poi Dorazio, Chendi, Pinelli, Del Pezzo, Veronesi, Scialoja, Nigro, Santomaso, Biasi e un grande nucleo di opere di Leone Minassian. Anche in questo ambito a testimoniare, da un lato l’attenzione alle realtà cittadine e venete, dall’altro all’arte italiana e in particolare all’ambiente romano.

E’ davvero osservare come Rovigo, città certo di provincia, abbia, nei secoli che intercorrono tra la fondazione dell’Accademia dei Concordi (1580) e oggi, dimostrato una costante attenzione per l’arte, aprendosi al nuovo e a quanto di importante è via via andato emergendo nella propria terra e fuori di essa. Implementando, con grande generosità, le due raccolte pubbliche cittadine, quelle dell’Accademia stessa e quella della Pinacoteca del Seminario, ora riunite a Palazzo Roverella.

 

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I mai visti
Fino al 12 gennaio 2014
Palazzo Roverella – Rovigo , Via Laurenti 8/10

Info: www.fondazionecariparo.it, www.palazzoroverella.com

Orari:
feriali 9.00-19.00; sabato 9.00-20.00; festivi 9.00-20.00. Chiuso i lunedì non festivi

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