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Picasso trasforma la moglie in Madonna pensando a Leonardo da Vinci



LEONARDO DA VINCI, La Vergine, Sant'Anna, il Bambino e San Giovannino, 1498, carboncino e biacca su cartone, cm. 150 x 101, Londra, National Gallery
LEONARDO DA VINCI, La Vergine, Sant’Anna, il Bambino e San Giovannino, 1498, carboncino e biacca su cartone, cm. 150 x 101, Londra, National Gallery

C’è anche Leonardo nel novero dei pittori del passato che hanno influenzato Picasso. Si veda ad esempio questo Ritratto della moglie del 1922, dichiaratamente ispirato al cartone per la Vergine con Bambino, Sant’Anna e san Giovannino del genio di Vinci. Pablo effigia qui, idealizzandoli, la compagna Olga Koklova, sposata nel 1918, e il figlioletto Paulo, nato nel 1921. Esistono varie versioni del quadro nelle quali, ricorda Barbara Rose, l’artista “sostituisce al chiaroscuro di Leonardo tocchi di colore più o meno densi, Olga, al pari del suo prototipo, ha forme morbide e generose, quasi prive di ossatura, e Picasso esagera le rotondità del bambino, in particolare nelle mani. Le stesse mani riappariranno nelle figure di molti dipinti successivi. Tali figure hanno un carattere scultoreo – sono come sculture viventi -, e il linearismo è l’elemento essenziale per la realizzazione della forma scultorea nella pittura e nel disegno. Il disegno puramente lineare è la forma più primitiva del disegno, in quanto privo di ogni effetto di profondità; la figura è presentata come semplice superficie, senza struttura ossea. Sebbene Leon Battista Alberti avesse raccomandato di scomporre in piani i corpi arrotondati – prosegue la studiosa -, la linea continua, come forma di rappresentazione puramente bidimensionale, è lo strumento fondamentale dello scultore, che cerca di fissare la propria idea quale emergerà nella forma plastica e materiale. Picasso ora fa di una virtù di questo linearismo nella pittura e nel disegno”.