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Premio Ghidoni conferenza stampa del 2 ottobre 2015, Ospitaletto. Tutti i materiali


FREE. CONTENUTI DELLA CONFERENZA STAMPA DEL 2 OTTOBRE 2015, SALA BIBLIOTECA, PRESENTAZIONE “MUSEO GHIDONI, PREMIO INTERNAZIONALE DI SCULTURA”, Ospitaletto, (Brescia).  Materiale utilizzabile, senza copyright. Si chiede solo la citazione, nel caso in cui fosse pubblicata l’immagine del presidente di giuria, dell’autore della fotografia.
 

Entrata della biblioteca civica di Ospitaletto - © Emanuele Bernardelli Curuz
Entrata della biblioteca civica di Ospitaletto – © Emanuele Bernardelli Curuz

Due opere di Domenico Ghidoni nella sala della conferenza stampa - © Emanuele Bernardelli Curuz
Due opere di Domenico Ghidoni nella sala della conferenza stampa – © Emanuele Bernardelli Curuz

La presentazione del Premio Ghidoni - © Emanuele Bernardelli Curuz
La presentazione del Premio Ghidoni – © Emanuele Bernardelli Curuz

Il critico Maurizio Bernardelli Curuz e il sindaco Giovanni Battista Sarnico - © Emanuele Bernardelli Curuz
Il critico Maurizio Bernardelli Curuz e il sindaco Giovanni Battista Sarnico – © Emanuele Bernardelli Curuz

Il sindaco di Ospitaletto, Giovanni Battista Sarnico - © Emanuele Bernardelli Curuz
Il sindaco di Ospitaletto, Giovanni Battista Sarnico – © Emanuele Bernardelli Curuz

Presentazione “Museo Ghidoni, premio internazionale di scultura a Ospitaletto”

di Giovanni Battista Sarnico

architetto, sindaco di Ospitaletto (bs)
Ospitaletto, dopo un intenso lavoro, si pone sulla linea retta brevissima per diventare uno dei maggiori centri italiani dedicati alla scultura contemporanea, nel raccordo con l’arte ottocentesca, qui, da noi, perfettamente rappresentata da Domenico Ghidoni (1857-1920). Ghidoni venne alla luce a Ospitaletto da una famiglia di contadini. Studiò a Brera, realizzò importantissimi monumenti milanesi, ma fu bloccato dal clima di censura di quegli anni per aver presentato un bozzetto relativo al tema della prostituzione, attraverso il quale agiva sulle coscienze degli uomini. Di chi era la colpa di quel degrado? Delle donne che si mercificavano o degli uomini che le trasformavano in oggetto di acquisto? La scultura destò, concettualmente, scandalo e Ghidoni trovò sempre più chiusi gli spazi milanesi. Egli aveva dato all’opera una connotazione sociale: l’aveva intitolata “Le nostre schiave”.
L’artista operò poi molto a Brescia. Tra i monumenti popolarmente più noti, ricordiamo quello a Tito Speri, nell’omonima piazzetta cittadina, e quello a Moretto, davanti alla sede della Pinacoteca Tosio Martinengo. Di grande impatto è anche il monumento agli Emigranti. L’idea è quella pertanto di realizzare – e sotto il profilo tecnico, interverrà poi il critico Maurizio Bernardelli Curuz – il nucleo di un Museo dedicato a Ghidoni e alla didattica della scultura. Frattanto si è proceduto all’organizazione di un premio internazionale di scultura contemporanea, per inserire Ospitaletto in un circuito europeo, legato alle nuove forme di espressione. Ghidoni lascia infatti un messaggio di rottura degli schemi, non tanto sotto il profilo stilistico quanto concettuale.
Il nostro concittadino interpretava efficacemente il proprio tempo. Come noi chiediamo agli artisti di oggi, di interpretare il loro e il nostro. E’ certamente una valorizzazione di rilievo di Ghidoni e di Ospitaletto, primo passo in direzione del nucleo del museo.
Il premio internazionale di scultura intitolato a Ghidoni è stato avviato, sotto i migliori auspici. La nostra scelta è stata quella di individuare, sotto il profilo delle mansioni tecniche, un’équipe di professionisti a livello nazionale e internazionale che consentisse un immediato lancio qualitativo del premio, senza il lungo periodo di latenza di iniziative del genere. Grazie alla storica dell’arte Adriana Conconi Fedrigolli, con la quale abbiamo avviato un rapporto di collaborazione professionale, a partire dallo scorso anno, abbiamo compiuto approfondimenti e studi dedicati a Ghidoni, nonché individuato,la giuria.
Come presidente abbiamo l’onore di avere il massimo esperto in scultura moderna e contemporanea presente in Italia, il prof. Alfonso Panzetta, docente ordinario all’Accademia di Bologna, Direttore del Museo del Cassero a Montevarchi (Ar), unico museo di scultura presente in italia, l’autore del Dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, attualmente alla terza edizione, e con una bibliografia amplissima, come si potrà vedere in allegato. Quindi Roberto Martorelli, attivo da sempre “sul campo” nell’ambito della scultura presso la Certosa di Bologna e varie Associazioni. Autore di molte pubblicazioni, come può confermare il curriculum. In giuria anche Nicola Rocchi, responsabile culturale e redattore capo della casa editrice bresciana Grafo e giornalista della pagina culturale del Giornale di Brescia, quindi Giuseppe Virelli, ricercatore presso l’Università di Bologna e noto contemporaneista. Completa la giuria, la curatrice del premio stesso, la storica dell’arte Adriana Conconi Fedrigolli.
Questo gruppo di lavoro, accanto a quello di Maurizio Bernardelli Curuz, accrediterà immediatamente il premio ai massimi livelli.
Le iscrizioni sono aperte e chiuderanno il 15 novembre. Tutto avverrà in via telematica per evitare che l’apertura di sportelli con iscrizioni dirette possa creare confusione e soprattutto affinchè non sorgano centri di raccolta non autorizzati che, in alcuni casi, si prospettano abusivamente dietro ai concorsi maggiori. Abbiamo detto che il 15 novembre scadono le iscrizioni. Nei giorni successivi la giuria compirà la scelta delle opere finaliste che saranno collocate in mostra al Centro polifunzionale di Ospitaletto, a partire dal 13 dicembre, giorno nel quale sarà presentato anche un catalogo dedicato a Domenico Ghidoni – una metà – e ai finalisti contemporanei del premio –l‘altra metà – Per il giorno dell’inaugurazione abbiamo in programma una grandissima festa, che coinvolgerà e si estenderà per l’intero paese, della quale parleremo nelle prossime settimane. La mostra delle opere finaliste resterà aperta ogni fine settimana fino al 24 gennaio. Il 24 gennaio nuova riunione della giuria per la proclamazione dei vincitori. All’autore della prima opera classificata andranno tremila euro e la scultura entrerà a far parte delle collezioni del Comune di Ospitaletto. Al secondo premio è stata assegnata una dotazione di 1500 euro e al terzo di 750. Un lancio per la scultura e per la comunità di Ospitaletto, che certamente imboccherà una strada ricca di soddisfazioni e di opportunità, anche economiche.
Ospitaletto 03 ottobre 2015
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La scheda del Premio internazionale
di scultura “Domenico Ghidoni
 
Ente organizzatore: Comune di Ospitaletto, in provincia di Brescia,  Italia
Sede espositiva: Ospitaletto, Centro polifunzionale
Curatrice: Adriana Conconi Fedrigolli
Composizione della giuria:  Alfonso Panzetta (presidente)
Adriana Conconi Fedrigolli
Roberto Martorelli
Nicola Rocchi
Giuseppe Virelli
 
Partecipazione aperta a: artisti italiani e stranieri, professionisti, autodidatti o studenti  che abbiamo compiuto il diciottesimo anno d’età entro il 15 novembre 2015
 
Primo premio: 3000 €
L’opera classificata al primo posto rimane di proprietà del Comune, per la sua esposizione nell’erigendo Museo Ghidoni
Secondo premio: 1500 €
Terzo premio: 750 €.
 
LE MISURE MASSIME CONSENTITE
BASE: misura massima 100×100 cm
ALTEZZA: misura massima 200 cm
PESO: limite massimo 100 chilogrammi
 
Apertura iscrizioni al Premio: già attiva
Termine ultimo per l’iscrizione al Premio: entro le ore 23,59 del 15 novembre 2015.
Costo iscrizione: 40 euro per ogni singola opera iscritta. L’autore potrà presentare anche una rosa più ampia di opere, per ognuna della quale è richiesta specifica iscrizione separata. Non sono ammesse iscrizioni cumulative. Per le opere che eccedono la singola, deve essere versata quota iscrizione specifica e devono essere allegati scheda di iscrizione, copia del documento d’identità, fotografie, biografia e didascalia.
Versamento quota iscrizione: ESCLUSIVAMENTE ON LINE tramite bonifico o analogo trasferimento di denaro al Conto intestato al Comune di Ospitaletto: Tesoreria comunale “Banca Popolare di Sondrio” Agenzia di Ospitaletto CODICE IBAN:- IT 16 B 05696 54870 000011000X72
Obbligatorio NELLA CAUSALE DEL BONIFICO indicare la causale: Premio Domenico Ghidoni
ATTENZIONE: Nessun delegato – o sedicente tale – del Comune o dalla Segreteria organizzativa o di terzi  può raccogliere denaro e iscrizioni a nome degli stessi organizzatori.
 
COME ISCRIVERSI
Digitare su qualsiasi motore di ricerca le parole Premio Ghidoni. Entrerete in una raccolta dedicata. Informazioni, regolamento e moduli di iscrizione anche sulla pagina facebook Premio Ghidoni
 
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Domenico Ghidoni, cenni biografici e critici
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di Adriana Conconi Fedrigolli

Domenico Ghidoni nasce il 17 novembre 1857 a Ospitaletto (Bs) da Felice e Maria Bambina Inselvini, in una modesta famiglia di agricoltori. Passa la prima giovinezza a lavorare nei campi, ma è già vivo in lui l’amore per l’arte, spesso infatti intaglia oggetti di legno.
 
Nel 1877 è accettato come apprendista nell’atelier di Corso Magenta, a Brescia, dello scultore Pietro Faitini, che annovera tra i suoi discepoli anche Luigi Contratti e Angelo Zanelli. Contemporaneamente alla sera frequenta la Scuola di Disegno annessa alla Pinacoteca Tosio, in seguito denominata Scuola Moretto. L’incontro con l’architetto Antonio Tagliaferri, membro del Consiglio direttivo, sarà determinante perché veglierà su di lui per tutto il corso della sua carriera artistica. Ed è proprio grazie alle sollecitazioni di Tagliaferri che Ghidoni, nel 1879, si trasferisce a Milano per frequentare la Regia Accademia di Brera, completando gli studi nel 1884, dove presto riceve menzioni onorifiche nei concorsi scolastici. Molto probabilmente in questi medesimi anni frequenta, all’Accademia Albertina di Torino, i corsi di Odoardo Tabacchi.
 
Nel 1884 si offre per la realizzazione del Monumento a Tito Speri, posto nell’omonima piazza a Brescia, che conclude nel 1888, chiedendo un compenso pari alla copertura delle spese; nel medesimo anno porta in mostra all’Esposizione Generale Italiana di Torino Il venditore d’acqua, opera orientaleggiante, ma già di impronta verista, attualmente ai Musei Civici di Brescia. Iniziano ad arrivare anche le prime commissioni dalla città meneghina: nel 1885 gli allogano il Monumento Garbagnati, posto nel Cimitero Monumentale, composizione molto vicina ai lessemi stilistici di Giuseppe Grandi. Nel 1887 conclude per la Parrocchia di San Giacomo ad Ospitaletto la lunetta a bassorilievo raffigurante Cristo tra i fanciulli, per l’altare del Rosario, a seguito dell’incendio del 1886 che bruciò l’altare ligneo preesistente.  Nel 1891 porta in mostra all’Esposizione di Belle Arti Triennale di Brera gli Emigranti;  con questo gruppo a soli trentaquattro anni raggiunge la fama nazionale, infatti oltre al prestigioso Premio Tantardini gli viene conferito il titolo di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro. I meritatissimi riconoscimenti e attestazioni di stima per un’opera di realismo sociale eccezionale per compostezza, dignità e forte carica emotiva si interrompono bruscamente con la presentazione de Le nostre schiave all’Esposizioni Riunite di Milano del 1894. L’opera non viene ammessa dalla commissione perché ritenuta “non opportuna e sconveniente”. Il gruppo raffigura tre giovani donne discinte sedute su un divano in attesa di nuovi clienti.
 
Le nostre schiave che  rappresenta con Emigrati la summa artistica di Ghidoni non è mai stata trasferita dal gesso in bronzo o in marmo, di essa rimane una fotografia d’epoca e frammenti di alcune parti, ed è proprio con quest’opera eccelsa che si chiudono per lo scultore le porte della committenza milanese e nazionale. E’ infatti allontanato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo e le sue opere sono escluse da varie Esposizioni, tra cui quella di Venezia.
 
L’artista si riprenderà a fatica dalla polemica che successivamente ne scaturisce e mai risponderà a nessuna critica. La sua risposta è quella di esporre il gesso de Le nostre schiave in una Galleria che sarebbe stata sul passaggio obbligato per i Sovrani in visita all’Esposizione. Anche in questo momento di grande difficoltà a supportarlo è sempre l’architetto Antonio Tagliaferri attraverso il quale ottiene nuove commissioni a Brescia, come lo splendidoMonumento Da Ponte (1897), posto al Vantiniano di Brescia, il Monumento ad Alessandro Bonvicino detto il Moretto (1898), voluto dall’Ateneo di Brescia in virtù del Legato Gigola e collocato nell’omonima piazza.
 
Riceve anche molti altri incarichi, da parte dell’antica nobiltà e dell’emergente borghesia imprenditoriale, di opere di soggetto di genere, tanto caro al gusto del periodo in cui l’artista riesce a dare prova di sapersi misurare e affrontare con grande maestria i mutamenti stilistici che interessano i decenni di passaggio al XX secolo, riuscendo a reinventarsi sempre a livelli notevoli. Ghidoni scolpisce anche diversi monumenti funerari, tra cui impossibile non menzionare il  Monumento a Maddalena Monge Grün del 1910, collocato al Cimitero Monumentale di Milano in cui lo scultore conferisce levità all’algido marmo nella resa della spinta ascensionale verso l’alto della giovane ritratta.
 
 
A seguito di una lunga malattia lascia Milano per trasferirsi a Brescia, dove muore, assistito dalla nipote Bina, il 2 settembre 1920. E’ sepolto nel cimitero di Ospitaletto. Successivamente su decisione dell’Amministrazione Comunale di Brescia in ricordo dello scultore è eseguita la fusione in bronzo degli Emigranti. L’inaugurazione avviene il 1 novembre 1922. Attualmente l’opera è collocata al Museo del Risorgimento a Brescia.