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Posts tagged as “artisti bresciani”

Giannetto Vimercati

Tra il 1912 e il 1913 fu a Monaco di Baviera, subendo l’influenza della Secessione. Tornato a Brescia, il pittore si riaccostò alla lezione tradizionale del paesaggismo lombardo, dando vita ad opere che ci appaiono come proclami di fedeltà ai luoghi dell’anima

I quadri e i disegni dei pittori bresciani conservati al Louvre

In quella “grande enciclopedia” che è il museo parigino la pittura bresciana è ben rappresentata. Esposti un Montagna e un Romanino. Ma i depositi nascondono altre sorprese, che Stile ha percorso minuziosamente. Ecco tavole e disegni di Moretto, Muziano, Gambara. Già nel 1530 Francesco I acquistava un Savoldo per la sua collezione

Gian Battista Bosio

Il Vo’ rappresenta il motivo predominante della sua pittura. Scoperta intorno al 1905, la suggestiva insenatura del Garda diventò il suo rifugio prediletto: una località pura e naturale, che ben si adattava al carattere introverso e riservato di un artista bohèmien come Bosio. Gli oli su tela, i disegni a matita e china, i delicati pastelli lasciano trasparire l’indelebile e profondo attaccamento a questo angolo di paradiso che il pittore non si stancò mai di ritrarre e che dipinse dalla più svariate angolazioni

Antonella Giapponesi Tarenghi –

Antonella Giapponesi Tarenghi segue un percorso formativo che parte dalla figurazione moderna, che molto spesso si lega ai temi dell'universo femminile alla ricerca di una nuova identità, per approdare ad un astrattismo geometrico e lirico, in cui si uniscono la poesia visiva, i calligrammi e le lettere, che assumono un carattere semantico e formale di natura post-futurista

Cesare Bertolotti, come dipingeva lo splendido verde dei prati

I suoi straordinari verdi erano ottenuti con una procedura tizianesca: tanti colori venivano stesi sul fondo della tela o del cartone. Una volta asciutti, egli iniziava a dipingere. La preparazione influiva sulle pennellate sovrapposte creando quella morbida mutevolezza cromatica provocata, nei prati, dalla presenza di sassi, terre, sabbie o dall’infinita varietà delle erbe.

Mario Gatti, scultore

Lo scultore bresciano soggiornò a Parigi ed ebbe studio a Roma nella casa di Canova. Fu amico di Arturo Benedetti Michelangeli, si ispirò ad Arp e a Manzù per opere di meditata purezza formale. E il Vaticano gli richiese il ritratto di Pio XII