La collezione Catanese, rappresenta “un microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi”, come evidenzia Maria Cristina Bandera, storica dell’arte, membro del Consiglio Direttivo e della Commissione Scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Ciò soprattutto grazie al numero di opere presenti nella raccolta, realizzate in un arco temporale che copre quasi tutti gli anni dell’attività del maestro bolognese e che affrontano tutti i temi e le tecniche da lui trattati, nonché per l'indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte
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Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.
Partendo da una ricerca del volume, che pone le radici negli edifici di Giotto, alle prese con la verità possente di ciò che appare, Giorgio Morandi fu uno straordinario interprete della natura morta, intesa in una connotazione architettonica e metafisica. I colori che egli usa risentono delle ricerche a livello internazionale, nel Novecento a partire da Cézanne
Mercoledì 18 giugno l'Istituzione Bologna Musei ricorda Giorgio Morandi con una serie di iniziative nel giorno in cui ricorre l'anniversario della sua scomparsa, avvenuta nel 1964. Qui il programma
La mostra, dal primo al 22 giugno 2014 alla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi