Press "Enter" to skip to content

Posts tagged as “Girolamo Romanino”

Il significato della scimmia nell’arte

Specchi inquietanti o divertenti dell’umanità, gli agili arboricoli appaiono nei quadri generalmente per ricordare la condizione degli uomini privi di coscienza e di cultura e preda delle pulsioni. Un viaggio alle radici che precede di millenni la scoperta darwiniana della "consanguineità". La scimmia si lega, nella pittura antica, alla sessualità perchè si masturba pubblicamente - e il suo gesto è identico a quello dell'autoerotismo umano maschile - e perchè le femmine esibiscono platealmente il posteriore al maschio con il fine di essere possedute. La gestualità, insita in questi atti, rinvia a qualcosa di estremamente primitivo, che la specie umana avverte ancora, comunque in sé.

[caption id="attachment_14399" align="aligncenter" width="326"]Un'incisione di Albrecht Dürer. La scimmia legata rappresenta gli istinti primordiali tenuti a freno Un'incisione di Albrecht Dürer. La scimmia legata rappresenta gli istinti primordiali tenuti a freno[/caption]

I messaggi cifrati nel quadro dell'Apparizione della Madonna della Stella del Romanino

Maria era apparsa il 31 maggio 1536 nel territorio bresciano, sullla sommità di una collina, al pastore pastore Antonio de Antoni, di Gardone Valtrompia, che pasceva il gregge di Bonomo Bonomi. Il pastore pregava, mentre conduceva le pecore, tenendo tra le dita la corona di un rosari. Improvvisamente vide davanti a sè un grande stella luminosa, che era più radiosa del sole e, al centro di essa, la Madonna che reggeva il bambino in braccio

Il Refettorio del Romanino – Il cibo sacralizzato nella sala da pranzo degli ospiti dell’abbazia di Rodengo

Il ciclo per il refettorio bresciano venne dipinto da Romanino attorno al 1530-1532, datazione intermedia tra gli affreschi al Castello del Buonconsiglio di Trento e la "cappella Sistina dei poveri" - come fu definita da Testori - a Santa Maria della Neve di Pisogne

I quadri e i disegni dei pittori bresciani conservati al Louvre

In quella “grande enciclopedia” che è il museo parigino la pittura bresciana è ben rappresentata. Esposti un Montagna e un Romanino. Ma i depositi nascondono altre sorprese, che Stile ha percorso minuziosamente. Ecco tavole e disegni di Moretto, Muziano, Gambara. Già nel 1530 Francesco I acquistava un Savoldo per la sua collezione