Il ruolo ambivalente dell’umile cavalcatura nelle opere d’arte. La valenza positiva dell’animale nei dipinti religiosi, dove esso appare anche come rappresentazione dei popoli pagani. Nel mondo greco e nel Rinascimento la bestia da soma significò l’acuta sordità della mente, nonostante i lunghi orecchi
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Questa immagine rievoca la locuzione presente nel Credo: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre". Il Bambino che nasce a Betlemme è Egli stesso divinità, lumen de lumine, gloria del Padre. La luce è venuta nel mondo, come proclama il Vangelo di Giovanni (Gv 3,19), ed è questa l'idea fondamentale che il pittore pone al centro della realizzazione fisica-semantica di un dipinto assolutamente unico il quale esprime al più alto grado tale Verità
La particolare iconografia è tratta dalle Celesti Rivelazioni di santa Brigida di Svezia; secondo la visione avuta dalla santa nella Grotta di Betlemme, come afferma Vittorio Sgarbi, “Maria, col capo velato, raccoglie il Bambino freddoloso e rivolge il ringraziamento a Dio, non pregando chinata, ma rivolgendo gli occhi al cielo, ancora in preda agli ultimi effetti dell’estasi che l’aveva coinvolta prima del parto. Il canto angelico del racconto brigidiano si è personificato in creature celesti, giovani e giovanissime, che partecipano direttamente all’evento