Il pitocco che legge le stelle per un pubblico immaginario è l’atomista Democrito dipinto da Luca Giordano. Così si ammira e al contempo si deride la scelta degli intellettuali che attenendosi al pensiero finiscono per perdere grazia e fortuna. La scelta del rifiuto dei desideri e dei beni materiali, come condizione per raggiungere meglio il piano delle idee, porta la rappresentazione dei pensatori più vicina a un’immagine di indigenza ieratica e permette l’individuazione di un registro basso-grottesco, che enfatizza la povertà, trasformandola in nera miseria, come avviene in Salvator Rosa, Jusepe de Ribera e, appunto, Luca Giordano
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Filosofo, sei uno straccione. La nobile povertà di chi pensa
15 Novembre 2014 |
In un gioco ambiguo, i pittori del Seicento rappresentarono i pensatori in una dimensione dimessa che sfiorava la più nera povertà. Così nasceva l’intellettuale moderno: disprezzato e deriso per la sua incapacità di produrre ricchezza e potere. Ma da quegli stracci usciva anche la vittoria sul mondo