Sì’, mi considero - pur fra le numerose frequentazioni - un “isolato” nel panorama artistico italiano. Ricordo le affettuose, ma accese discussioni con il caro Morlotti... o le polemiche su certo astrattismo, quando arrivai a dipingere in una natura morta - era il 1940 - il “Kn” (quello che era considerato, appunto, il “vangelo” degli astrattisti) poggiato su una sedia molto vangoghiana e sovrastato da una candela.
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Tra abiti spettacolari e volti duri, il religioso bergamasco raccontò il punto di caduta delle nobiltà di provincia, con un linguaggio europeo.
Linee, superficie e colore gestiti con lirica sensibilità, rifiutando ogni schematismo. La peculiarità dell'opera dell'artista amico di Arp in un'antologica a Locarno, nella Pinacoteca Casa Rusca