Influenzata dalla ritrattistica espressionista, Alice Neel, artista statunitense, lavorò con vigore sui modelli umani, con intense capacità introspettive. I problemi familiari erano molto pesanti; eppure Alice non abbandonò la sua passione espressiva, trovando prima il modo di inserirla nella propria vita di madre single e trasformandola, poi in una piccola risorsa economica. Solo con il passare dei decenni galleristi e collezionisti si accorsero della potente bellezza conferita ai ritratti. E iniziarono le celebrazioni. Ha dipinto le persone intorno a lei, ai margini della società, così come la sua vita dura, complicata e talvolta spezzata dal dolore e dagli addii. Tanti dei suoi traumi furono aggravati dalla sua esigenza inderogabile di dipingere. "Ho dovuto dipingere", ha detto, e sempre a grandi spese personali
Posts tagged as “pittrici famose”
Tamara Rosalia Gurwik-Gorska, in arte De Lempicka (dal cognome del marito Lempicki), nasce il 16 maggio 1898 a Varsavia. Diverrà uno dei principali interpreti dell'arte Dèco in pittura, con le sue figure possenti e levigate, la sintesi cromatica intensa, il disegno estremamente lineare, i panneggi metallici, omaggio al Futurismo
Adolfo Venturi, nel 1929, descrive il suo stile come aggraziato e femminile per questo differente da quello del padre e dei fratelli stessi. La sua attività ebbe inizio attorno al 1571, anni in cui, sotto l’ala protettrice del genitore, si specializzò nella ritrattistica, com'era normale per le donne, che non venivano impiegate in cantieri.
Fu anche soprannominata "Giovanna casta" perchè non nascose mai la scelta di rimanere vergine per servire, in questo modo, la pittura, non legandosi minimamente ad alcun uomo. Una ricerca di pace, attraverso un voto, che la sottraeva ai tumulti del cuore e della carne. Al di là della lettura scientifica del quadro che rappresenta i fichi e il cervo volante, dobbiamo ricordare che i fichi stessi stavano a significare, nella simbologia, il sesso femminile mentre il cervo volante ha sempre avuto una connotazione demoniaca legata al maschile. Il rifiuto della tentazione o l'inesorabile cedimento a colui che divora?
Non vi è dubbio che il mito formatosi attorno alla figura e all'opera di Frida Kahlo (1907-1954) abbia ormai assunto una dimensione globale; icona indiscussa della cultura messicana novecentesca, venerata anticipatrice del movimento femminista, marchio di culto del merchandising universale, seducente soggetto del cinema hollywoodiano, Frida Kahlo si offre alla cultura contemporanea attraverso un inestricabile legame arte-vita tra i più affascinanti nella storia del XX secolo
La Kauffman ritrasse teste coronate, fu ammirata da Canova e sposò l’artista Zucchi perché il matrimonio era necessario. E quando Goethe apparve nella sua vita fu un’irreparabile tempesta di delizia e tormento che lentamente la portò alla tomba, onorata come una regina della pittura
Il padre, Orazio, fu folgorato dall’incontro con Caravaggio, senza però rinnegare la formazione toscana: compostezza compositiva e ricorso ad una luce sempre più chiara sono gli elementi che definiscono la peculiarità della sua creazione - La figlia, Artemisia, superò di slancio i pregiudizi sociali ed un terribile dramma personale per affermarsi tra i pittori più significativi del tempo
Fu turbolenta protagonista di clamorosi scandali nella Bologna del ’500. Nell’opera citata da Vasari trasformò la biblica moglie di Putifarre in una donna impegnata a rivendicare il diritto alla libera espressione dei propri sentimenti
Nel maggio 1931, Nickolas Muray, (Seghedino, 15 febbraio 1892 – New York, 2 novembre 1965), fotografo di origine ungherese, viaggiò in Messico dove incontrò l'artista Frida Kahlo, (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954) una donna che non avrebbe mai dimenticato. Figlio di un postino, Nickolas era emigrato negli Stati Uniti, facendo l'incisore e successivamente il fotografo. Scelse di immortalare le dive ed ebbe fortuna.
L'incontro con Frida, che divenne passione amorosa ed amicizia, fu favorito da tanti elementi in comune. Il papà delle pittrice, infatti era un fotografo ungherese come Muray. Tra le più belle e intense fotografie di Frida figurano, appunto quelle scattate da Nickolas, che pose in luce i tratti caratteriali della donna, le sue passioni. E che utilizzò il colore come elemento in grado di fare luce su una donna che viveva in un mondo di divine policromie
Il realismo è a un punto tale, al di là di se stesso, che i dipinti appaiono davvero carte giapponesi piegate o pezzi di cielo di Giulio Romano dominati da Zeus, brillanti, diamanti gemme geometriche, che spesso assumono i colori déco dei tessuti della de Lempicka. Non ho usato volutamente termini quali trompe-oeil, illusione ottica, inganno visivo. Perchè il fine di Marica Fasoli - pur imponendo sé stessa come virtuosa - non è quello di un prestigiatore che fa apparire o scomparire la materia. In lei si fa avanti questa programmatica nobilitazione dei materiali visivi all'apparenza poveri, ai quali riservare una tale celebrazione ottica da trasformarli in qualcosa che è battuto da un vento-luce divino. Marica Fasoli interpreta il rapporto tra ordine e caos