Maria Prather del Whitney Museum risponde alle domande di Stile sul fenomeno artistico americano: "Per molti aspetti la Pop Art è stata una reazione a ciò che l’ha preceduta. Anziché enfatizzare l’arte come espressione individuale o come ricerca di una dimensione spirituale, gli autori pop guardavano alla società contemporanea e ne facevano l’oggetto della propria arte"
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Maria Prather del Whitney Museum risponde alle domande di Stile sul fenomeno artistico americano: "Per molti aspetti la Pop Art è stata una reazione a ciò che l’ha preceduta. Anziché enfatizzare l’arte come espressione individuale o come ricerca di una dimensione spirituale, gli autori pop guardavano alla società contemporanea e ne facevano l’oggetto della propria arte"
Perini ha colto la strutture principale sottesa alla Pop art: la ripresa e la rappresentazione in chiave post-pubblicitaria di oggetti quotidiani, pressochè consumati intellettualmente dall'uso. Così operò Warhol. Le immagini mitiche della Monroe o di Mao, della Coca-Cola o della zuppa Campbell, vennero rielaborate non nei confini della forma, che restava fotograficamente identica all'originale, ma dal punto di vista delle combinazioni cromatiche
Sotto il profilo delle classificazioni, Johns viene inserito nel movimento New Dada accanto a Rauschenberg, entrambi vicini al Nuovo realismo francese, per il quale quale gli oggetti della quotidianità più banale ed esausta, divengono una parte o il tutto dell'opera d'arte, sulla linea Dada, tracciata da Marcel Duchamp. Di fatto Johns e Rauscenberg fanno da apripista alla Pop art, la cui filiazione risulta molto evidente. Specie in flags, egli utilizza un'immagine nazionale all'apparenza consunta, estremamente popolare, riconferendole un'energia vitale nuova, attraverso la pittura. Proprio come accade, poi, per Warhol