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Posts tagged as “Susanna e i vecchioni nell’arte”

Com’è stato scoperto il quadro di Artemisia Gentileschi, opera senza attribuzione trovata nella galleria di Carlo III

La storia del dipinto può essere tracciata in modo straordinariamente ininterrotto, con documenti ritrovati in ogni secolo dalla sua creazione. Fu commissionato da Henrietta Maria, probabilmente intorno al 1638–9, durante il breve periodo di Artemisia a Londra, quando probabilmente l'artista assisteva l'anziano padre nel suo lavoro. L'inventario del 1639 di Abraham van der Doort, geometra dei quadri del re presso Carlo I, mostra che il dipinto originariamente era appeso sopra un camino nella Camera di Ritiro della Regina al Whitehall Palace, una stanza relativamente privata utilizzata da Henrietta Maria per ricevere un piccolo numero di funzionari. , mangiare e rilassarsi.

Susanna e i vecchioni nell’arte: molestie, libidine, fedeltà. I pittori e la storia. Il video

La storia di Susanna e i Vecchioni, narrata nel libro biblico di Daniele, si misura con il tema della calunnia e del premio che il Signore dà a chi persevera nel Bene, nonostante le accuse e i falsi giudizi lo mettano gravemente alla prova. La vicenda è pure esaltazione della purezza matrimoniale, della fedeltà e della castità e, al tempo stesso, intende sradicare maldicenza e calunnie, diffuse nelle società di ogni tempo. Susanna abitava in Babilonia ed era la bellissima e casta moglie del fortunato Ioakin. Era nel suo giardino e stava curando il proprio corpo quando due vecchi, giunti furtivamente nel parco...

Tintoretto, la pelle luminosa della casta Susanna: struttura, impaginazione, “regia” e significato dell’opera

L’atmosfera, all’apparenza serena – sul fondo si muove, accarezzando la superficie di un laghetto, un gruppo di anatre mentre, poco distanti, due cervi si abbeverano -, nasconde però una doppia insidia. L’attenzione dell’osservatore è immediatamente attirata dalla figura in primo piano, quella di Susanna, che, in virtù di un utilizzo della luce sapientemente studiata da Tintoretto, risplende nella sua carnagione chiara – che prevale su una vegetazione ombrosa – simile ad una dea pagana più che ad un’eroina biblica