125 artisti hanno elaborato le opere del pittore olandese, traendone nuovi "fotogrammi dipinti" con pittura ad olio. Le scene sono state girate, inizialmente, utilizzando attori in carne ed ossa; poi le varie sequenze sono state dipinte su tela in circa 65mila immagini che sono andate a comporre il film, diretto dalla pittrice e regista Dorota Kobiela e da Hugh Welchman (premio Oscar nel 2008 per la produzione di Pierino e il lupo). Presentato in concorso al festival di Annecy (giugno 2017) Loving Vincent - 94 minuti di durata - è stato acclamato dal pubblico con una trionfale standing ovation. La trama unisce finzione e realtà storica. Dialoghi e tracciati narrativi principali sono presi dalle lettere di Vincent al fratello Theo, ai familiari, agli amici, ma soprattutto dai quadri stessi, intesi come osservazione-confessione. Del resto Van Gogh avvertì in modo prepotente - e i ricorrenti autoritratti ne sono l'esempio più evidente - la necessità di narrare se stesso. "Van Gogh stava raccontando la sua vita attraverso i suoi dipinti. E 'stato sufficiente per collegare le opere di questo periodo per un progetto di "storyboard", a cui ci associamo poi le sue lettere" dice Dorota Kobiela