Può una cittĂ vendere tutte le opere del proprio museo per non andare in bancarotta? La legge italiana non lo permetterebbe, ma negli Stati Uniti i vincoli sono meno stretti. Secondo i media statunitensi , il valore delle opere conservate nel museo di Detroit, ex capitale dell’industria automobilistica, che versa sull’orlo del collasso, raggiungerebbe i 10-20 miliardi di dollari. Se le opere dovessero essere messe all’asta – un’asta non fallimentare, s’intenda – il ricavato potrebbe permettere al Comune di tenere qualche soldo in cassa. Il debito è infatti di 18 miliardi di dollari e, pertanto, un’azione di vendita permetterebbe – anche senza contare sulla lievitazione dei prezzi permessa dall’asta – di acquisire un sostanziale pareggio. L’amministratore straordinario, Kevyn Orr ha fatto sapere che , nel quadro della sua missione, ” tutte le attivitĂ della cittĂ devono essere valutate . In caso di fallimento, infatti, ogni bene comunale deve essere messo sul tavolo, pronto ad essere trasformato in denaro”.
Primo museo americano ad aver comprato Van Gogh e Matisse , esso ospita 600.000 visitatori l’anno , richiamati da una collezione temporalmente e stilisticamente composita che spazia da Bruegel il vecchio a Rembrandt , da Degas a Picasso , da Warhol a Rothko “.
“E’ molto difficile prevedere il futuro di queste opere d’arte”, ha dichiarato John Pottow , specialista in diritto fallimentare dell’UniversitĂ del Michigan ., anche se un un recente sondaggio ha dimostrato che il 78 % dei residenti di Detroit è contrario alla vendita.
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Tutti i quadri del museo di Detroit pronti alla vendita
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