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Vetrata di Oscar Di Prata




“Oscar di Prata […] ha dilatato la primitiva visione da cavalletto, orientandosi verso l’affresco, la vetrata, il mosaico”.
Quella che un tempo era una dimora di campagna a nord della città, negli anni ’60 fu raggiunta dall’urbe in espansione. Il palazzo del ’700 – di proprietà della fondazione Pasotti-Cottinelli – venne destinato all’ospitalità di persone anziane, in particolare di domestiche di sacerdoti. All’interno si trova una piccola cappella. Viene chiamato per decorarla Oscar di Prata, artista ormai apprezzato e conosciuto. Non è più il giovane intimista, legato alle opere da cavalletto, quello che guarda perplesso le pareti bianche della stanza sacra, è l’artista maturo, sicuro dei suoi mezzi, che ha guadagnato in grandiosità, in architettura della composizione e che riesce a trasformare i muri in opere d’arte. Sulla parete di fondo della zona presbiteriale realizza un affresco della Crocifissione ricco di pathos e di grande effetto scenografico, ottenuto con l’uso dei colori, dei chiaro scuri e dell’impostazione quasi teatrale dei soggetti rappresentati. Ancor più grandioso e suggestivo è l’affresco su un lato della Cappella, raffigurante Gesù ospite di Maria e Marta: scena sicuramente ispirata al luogo e alla sua destinazione particolare. Si può trovare in questi affreschi la tendenza alla maniera grande di Di Prata descritta dal De Grada pochi anni dopo; il maestro ha eseguito anche i cartoni delle vetrate, dai colori ricercati e coreografici, mentre il fratello Olves ha firmato le meravigliose formelle della via Crucis ad altorilievo in terracotta smaltata.

L’angusta cappella si eleva, diventa un prezioso scrigno, un “piccolo museo” dei fratelli Di Prata. Durante la recente ristrutturazione dello stabile, gli affreschi sono stati restaurati: è stata eseguita una pulitura superficiale per eliminare sporcizia sedimentata e polvere, che ha permesso di riscoprire la cromia originale, alcuni particolari pittorici, giochi di luci e ombre. E’ stato utilizzato un impacco di polpa di cellulosa con solvente a base di benzalconio cloruro e acqua demineralizzata. Si è effettuato il consolidamento dell’intonaco mediante micro iniezioni mirate di adesivo a base di calce idraulica naturale, priva di sali. Quindi sono state eseguite stuccature sottolivello con malta a base di calce naturale priva di sali e si è concluso il restauro con il ritocco, effettuato con colori ad acquerello non alterabili e non sensibili alla luce, delle parti mancanti e delle abrasioni della pellicola pittorica. Per il restauro del piccolo gioiello, scrigno delle pregiate opere di uno degli artisti bresciani più apprezzati, si devono lodare la Congrega della Carità Apostolica e la Fondazione Pasotti-Cottinelli Onlus.