Il nome origina dal bacio "casto" che due amanti si scambiano in uno dei quadretti (in foto) di banchetto che decorano il triclinio della casa, con annesso panificio. Si trattava infatti dell’abitazione di un ricco panettiere e all’interno della domus sono visibili oltre al forno del panificio, splendidamente conservato, con le annesse macine anche le due stalle con i resti di sette animali. Ancora non integralmente esplorata, Vittorio Spinazzola nel 1912 aveva iniziato l'indagine della facciata con il balcone con colonnato, poi danneggiato nel bombardamento del 1943. Lo scavo è proseguito, a più riprese, dal 1982 fino al 2004, con un ampio progetto di restauro e valorizzazione
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Esponente di una cultura urbana, appartenente all'alta borghesia, Gustave Caillebotte predilesse l'analisi assidua del mondo parigino - i boulevard, le periferie verdi, i corsi d'acqua nei quali si praticava canottaggio, i giardini delimitati, ma spesso anche gli interni con figure, i ritratti, gli spazi delimitati - piuttosto che la natura aperta. Caillebotte è l'elemento di congiunzione tra la pittura moderna di Edouard Manet e la linea appartenente all'Impressionismo monetiano, (Monet, Pissarro, Sisley, Morisot e, parzialmente Renoir). Caillebotte pratica una sorta di bilinguismo: da un lato si esprime stilisticamente con l'accuratezza del realismo moderno, dall'altro con la pennellata sciolta degli impressionisti
In un libro Roberto Piumini indaga poeticamente sul rapporto d'amore tra il frate artista e la bellissima donna, divenuta suora per monacazione forzata. Dal loro rapporto nacque un bambino, che sarebbe diventato un altro celebre pittore, Filippino Lippi, amico di Botticelli
Nel Medioevo, i piccoli venivano rappresentati come uomini miniaturizzati. E non era soltanto questione di tecnica. Queste raffigurazioni tengono conto dell’idea che la società dell’epoca aveva nei confronti dell’infanzia
Prima di lui i bambini erano solo piccoli uomini. Desiderio da Settignano, figura-chiave della scultura fiorentina del Quattrocento, col suo sensibile trattamento della materia esplorò il mondo dei fanciulli individuandone le peculiarità, con uno stile caratterizzato dalla dolcezza del sembiante e dall’intensità espressiva
Pittura e scultura. Da sempre due modi completamente diversi di rappresentare la realtà che ora, tra la prima e la seconda metà del Quattrocento, vengono più intensamente in contatto. A Padova, nella bottega di Francesco Squarcione entrano raffinati marmi ellenici, recuperati nel corso di complicate spedizioni in Grecia, che serviranno da modello per i quadri degli allievi, tra cui si distingue per destrezza un ancor giovane Mantegna.