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Posts published in Marzo 2018

San Cristoforo, il gigante gentile che trasporta il Bambino

L'immagine di san Cristoforo offriva ai viandanti, secondo le credenze medievali, una celeste protezione nel viaggio o negli spostamenti quotidiani. Numerose chiese o santuari, specie nell'arco alpino e nelle prealpi, sono dominate, nella facciata esterna da dipinti del santo che assumono dimensioni ragguardevoli, fino a coprire ampie estensioni di intonaco. San Cristoforo -come suggerisce il nome in latino Christum fero, porto Cristo - reca sulle spalle Gesù bambino, facendogli attraversare un fiume. L'immagine di Cristoforo oltre a proteggere i viandanti poteva fungere da insegna per piccoli ospedali o ricoveri - xenodochi - nei quali i viaggiatori potevano trovare rifugio

Michelangelo e il Novecento. Le proiezioni del Nichilismo e della reificazione Pop

"Merciful Dream (Pietà V)" di Jan Fabre, realizzata in marmo bianco di Carrara, riproduce la celeberrima Pietà del 1499 in scala 1:1. L’iconografia, che prevede il volto della Vergine trasformato in teschio e quello del Cristo sostituito dal ritratto dell’artista, apparve ad alcuni, durante la prima presentazione veneziana del 2011, irrispettosa, quando non addirittura blasfema. Altri ne videro una toccante meditazione sulla morte, rappresentazione quanto mai umana del dolore materno, della disperata richiesta di poter barattare la propria morte con quella del figlio

Nicola Samorì – La cancrena delle statue e di ogni grande grande bellezza

Il male pervade, baconianamente, i volti dei personaggi dell'artista. Una cancrena oscura, un lupus smembra e dilania non solo l'identità individuale, ma il modo tradizionale di fare pittura e scultura, che risulta proibito dalla contemporaneità. Per cui l'unico atto resta la profanazione, intesa come violenza e dialogo con la divinità del passato. Restano la maledizione, il silenzio, il graffio, il vomito, la rabbia

I papaveri nell'arte, il meccanismo della rivoluzione gioiosa di Monet

L'azione del vento sui campi, i colori cangianti dell'erba alta e dei petali, ora rossi, ora tendenti al vermiglio, ora bruniti, ma lievi e preziosi come lembi di seta e di velluto, costituivano un vero trionfo per l'occhio di Manet, per certi aspetti aperti al nuovo, ma al contempo tempo, qui,  incantati da una visione tradizionale della passeggiata, un paesaggio con figure che sembra venire dal passato.
Ciò che risulta estremamente interessante è che l'artista reitera la presenza di madre e figlio - la compagna di Monet e il loro bambino -. Prima li coglie sulla cima del dosso, poi più in basso, ma mutandone gli abiti. La presenza della mamma e del bimbo con il cappellino di paglia, che viene replicata lungo la diagonale del rettangolo, contribuisce a suscitare, come si diceva, una sensazione di movimento in discesa. Non è soltanto una preoccupazione compositiva. Monet tende a ciò che avrebbe sviluppato in modo straordinario, successivamente: suggerire il movimento reale.

Perchè le donne si innamorano delle statue? Ce lo spiega chi ha scoperto la Sindrome di Stendhal

E’ impossibile innamorarsi del David di Michelangelo? Dopo La Sindrome di Stendhal, Graziella Magherini studiò la sindrome dell'innamoramento di soggetti che appaiono nelle opere d'arte. Un prezioso libro - i cui contenuti sono qui sintetizzati da un'intervista rilasciata dalla studiosa a Stile Arte - in cui viene analizzato ciò che accade alla nostra mente quando incontra un dipinto o una scultura

Ernesto Achilli – Curarsi con le piante dipinte

Una figurazione tecnicamente di livello, quella praticata da Ernesto Achilli che offre una pittura di qualità tecnica che ha la funzione di portare benessere visivo in chi la osserva.Un rosso intenso, quello caratterizzato dagli antociani sostanze positive per la vita. Per leggere l'intervista all'autore, che illustra questa sua filosofia divisa tra fito-terapia e cromo-terapia, cliccare sul link rosso, per leggere il Pdf impaginato della rivista Stile arte

Guarda qui Escher, in un raro filmato, mentre illustra la propria arte illusionistica

La radici di Escher, il pittore che lavorò molto sulle illusioni ottiche, avverterndo sull'inganno dei sensi e che con i suoi labirinti inestricabili di scale richiama l'angoscia tutta moderna e kafkiana per la presenza di un'autorità meschina e subdola che sembra presiedere i giochi del mondo, mostra in questo raro filmato le principali fonti di suggestione

Un viaggio affascinante nel Parco della scultura dello Yorkshire. Video

Lo Yorkshire Sculpture Park è un luogo pionieristico che mira a sfidare, ispirare, informare e deliziare lo spettatore, accogliendo oltre 500.000 visitatori all'anno, tra i quali molti bambini e ragazzi (48.000 visite didattiche). "Probabilmente il miglior sito per la scultura nel mondo"scrive Bill Packer del Financial Times. "Secondo la mia esperienza, ci sono cose da visitare, in questi 500 acri rurali del nord che sono raramente disponibili in altre località d'arte" annota Waldemar Januszczak sul The Sunday Times. "Un ottimo modo per combinare la cultura, l'esercizio fisico e l'aria fresca per tutta la famiglia" segnala The people

Giacomo Balla. Tre autoritratti, tre stili che si sviluppano nel tempo

Proponiamo qui tre autoritratti di Giacomo Balla, emblematici del percorso creativo dell’autore. I primi due, risalenti agli anni Venti, sono da interpretare quali tentativi di fornire una risposta a quella che il Balla futurista definiva, in un suo scritto, “la necessità di entrare nel grande dominio dello stato d’animo plastico con delle nuove forme astratte equivalenti”.