Il ductus delle pennellate dense e pastose dei ritratti di Tommasi si sposa con le rappresentazioni degli oggetti stessi, ossia con le nature morte rese grazie a un «materismo» che costituisce l’ordito fondamentale delle sue tele – un impasto di cromie scure - dove la materia pittorica rende più pesanti i soggetti isolati nella loro matericità: una matrice comune sembra convalidare entrambi figure umane e oggetti. In questa sorta di densa corposità plastica l’artista riveste le sue nature morte di una forma altamente poetica e avvincente, spesso tuttavia demistificandone le componenti allegoriche di «vanitas» che alludono alla precarietà dell’esistenza e all’inesorabilità del trascorrere del tempo
Posts published in Ottobre 2019
Il giovane artista, secondo al Nocivelli 2019, sezione Pittura:"La storia della sopravvivenza si è trasformata nella storia della divisione del lavoro. La medicina come una guida scientifica si è connessa a questo movimento che combatte da secoli la morte. Il potere medico definisce il corpo, la malattia, la morte e l’urgenza. La medicina in un rapporto ristretto con il potere che domina la popolazione ha preso un prestigio distinto. Però la sala operatoria attuale sembra lo spazio tragico di questa brama alla sopravvivenza, uno spazio del degrado e contemporaneamente del decoro".
Secondo posto nella sezione fotografia del Premio Nocivelli. "La ricerca artistica che portiamo avanti è alimentata da un'esigenza di espressione. - dicono - I nostri lavori contengono metafore visive per rappresentare idee, concetti, pensieri; la tematica principale è quella esistenziale"
Il giovane artista primo al Nocivelli, sezione fotografia: "Qual è il legame che mi mantiene legato ad uno spazio? Ad un territorio che sto indagando? Attraverso l’accostamento di diversi contenuti mi piace poter fornire una lettura trasversale di quello che è uno spazio più o meno connotato. Soggetti che apparentemente possono sembrare lontani ma che possono creare una relazione tra di loro, che può alle volte cambiare declinazione".
Jeanne, la figlia di Amedeo Modigliani, (Nizza, 29 novembre 1918 – Parigi, 27 luglio 1984) storica dell'arte, muore a causa di una caduta, in casa, nel 1984, a Parigi. Ha 66 anni. Diagnosi: emorragia cerebrale. Ciò avviene tre giorni dopo il ritrovamento delle tre false "teste di Modigliani" e mentre la studiosa progettava di costituire a Livorno una Fondazione dedicata al padre. Ma cadde per l'emorragia o fu spinta, come qualcuno insinua, in seguito a una lite legata alle carte del padre? Oppure, ancora, fu deliberatamente assassinata, come qualcuno vuole far credere? Il giallo di Jeanne viene fatto emerge in queste ore da nuove pubblicazioni su Modigliani, che portano i lettori lungo la pista dell'intrigo mortale. Senza indugi, abbiamo raccolto la testimonianza più importante, quella di Christian Parisot, al quale in quegli anni era stato affidata dalla stessa Jeanne, come proprio successore a vita, l'associazione culturale Archives Légales Amedeo Modigliani
Di seguito alcune delle maggiori immagini presenti nella Natività di Palermo. La violenza di questi particolari nascosti o semi-nascosti - ma probabilmente molto evidenti alla cerchia del maestro - sembra configurare una reazione alla Chiesa, forse ritenuta, da Caravaggio, colpevole di una trasformazione demoniaca del messaggio di Cristo. Da approfondire, certamente, è il legame di Caravaggio con il pensiero di Giordano Bruno e con lo sviluppo del neoplatonismo rinascimentale, come con due matrici compositive precise e collegate: Leonardo e Arcimboldo. Il controcanto potrebbe essere stato, pure, originato una narcisistica e virtuosistica sfida del pittore ai committenti, attraverso l'inserimento di particolari demoniaci, di immagini sessuali
Propongo le immagini della Vocazione di Matteo della Cappella Contarelli di Roma, come esempio evidente del modo di comporre del Caravaggio. Tutti gli altri dipinti del maestro rispondono a questa regola di derivazione arcimboldesca. Mi riservo di presentare i lati inediti degli altri dipinti, in interventi successivi
Maurizio Bernardelli Curuz, autore della scoperta: "La ricerca da me condotta su tele e radiografie, mi ha permesso di stabilire che i quadri di Caravaggio sono costruiti affinchè siano leggibili, generalmente, dai 4 lati. L'intervento avviene certamente con la sovrapposizione di cartoni ritagliati - alcuni dei quali sviluppati a partire dai disegni conservati a Milano -. Rispetto al lato maggiore, gli altri lati costituiscono un controcanto che diviene particolarmente cupo, ruotando il quadro di 180 gradi. Il mondo al contrario configura, nello stesso quadro, l'area d'abisso del Male. Di seguito alcune delle maggiori immagini presenti nella Natività di Palermo. La violenza di questi particolari nascosto o semi-nascosti - ma probabilmente molto evidenti alla cerchia del maestro - sembrano configurare una reazione violenta alla Chiesa, forse ritenuta, da Caravaggio, colpevole di una trasformazione demoniaca del messaggio di Cristo. Da approfondire, certamente, è il legame di Caravaggio con il pensiero di Giordano Bruno. Il controcanto potrebbe essere stata, pure, una narcisistica sfida del pittore che inseriva particolari demoniaci o violenti, all'interno di spazi di devozione, senza che i committenti se ne avvedessero".
Se Jack Kerouac riteneva di essere un «poeta jazz», Romeo Battisti abbandona ogni retaggio culturale per approdare – negando dogmi e istituzioni – a un ruolo di «pittore meditativo» senza fare ricorso a verità religiose, problemi filosofici o morali che potrebbero invalidare la sua realtà multidimensionale: egli rimane un artista che interiorizza modelli autonomi e trascendentali attraverso una pratica spirituale che non conosce matrici particolari di nessun genere tranne quelli di un’attenta, profondamente severa concentrazione e contemplazione dell’universale «essere nell’essere»