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All’asta a Londra L’empire des lumières di Magritte, uno dei capolavori-icona del Novecento


«Nell’Impero delle luci” ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia» disse René Magritte (1898-1967), parlando di questa immagine simbolo del pensiero surrealista e del Novecento.

Guidata da L’empire des lumières, capolavoro di René Magritte del 1961 – stimato 52 milioni di euro -, la Modern & Contemporary Evening Sale di Sotheby’s che si concluderà a Londra, il 2 marzo 2022, con l’asta delle 19,30 racchiude oltre un secolo di produzione artistica pionieristica. A partire dalle innovazioni degli impressionisti, le opere di questa vendita attraversano i maggiori movimenti artistici del XX secolo, spaziando dal Cubismo, al Futurismo, al Surrealismo, all’Espressionismo Astratto e alla Pop Art.

L’impero delle luci (in francese: L’Empire des lumières) è un tema ripetuto dall’artista. Tra le più note versioni figurano la prima – 1949 – un’altra conservata nella collezione Peggy Guggenheim di Venezia, un’altra ancora, del 1954, che si trova a Bruxelles nel Museo reale delle belle arti del Belgio. La prima versione, quella del 1949, è stata venduta recentemente a New York da Christie’s.

La versione all’asta, ora da Sotheby’s. fu dipinta da Magritte per la sua musa Anne Marie Gillion Crowet, figlia del mecenate e amico Pierre Crowet. L’opera misura 114 cm per 146 cm ed ha dimensioni maggiori rispetto alle altre.
Nell’ambito dell’Impero delle luci l’artista si era ispirato alle opere di John Atkinson Grimshaw, un pittore inglese di epoca vittoriana, che aveva dipinto diverse vedute urbane al tramonto.

Il dipinto ben rappresenta il taglio che Magritte diede alla propria ricerca. Il sogno – osservato dal suo punto di vista – è materiale onirico soprattutto dolce e poetico e, in genere, è lontano dalla dimensione inquietante dell’incubo deformato che troviamo nella produzione di altri surrealisti. Magritte è l’attimo sospeso ed eterno, nel quale appaino le strutture portanti dell’Essere.